Milanetto smentisce il pm e il gip «aggiunge» il derby

Il derby dello scorso anno entra anche ufficialmente nell’inchiesta di Cremona. A citarlo nell’ordinanza con la quale scarcera Omar Milanetto, è il gip Guido Salvini che pure ammette che quella partita «non è oggetto di contestazione». Le sue parole suonano inquietanti e non solo per l’ex rossoblù, perché il magistrato specifica che «sul ruolo di Milanetto e di altri giocatori, si sono allungate pesanti ombre». Cioè, secondo il magistrato che comunque non indaga su quella partita, Genoa e Samp avrebbero «concordato» qualcosa? Un’ipotesi, finora suffragata solo dagli «incubi» dei tifosi e dalle foto di un incontro tra Criscito, Sculli e alcuni capi ultrà. L’annuncio del gip, mentre la procura federale chiede ai pm genovesi gli atti su Genoa-Siena, sembra però al momento usato soprattutto per controbattere all’offensiva dei difensori di Milanetto. Al centrocampista era stato contestato dalla procura di Roberto Di Martino un ipotetico incontro con alcuni componenti della banda degli «Zingari» all’albergo «Unatocq» di Milano dopo la gara incriminata con la Lazio. Ora, siccome gli avvocati hanno dimostrato con i tabulati del telepass che il pm aveva preso un granchio, dal momento che gli orari di Milanetto non coincidono con quelli degli «zingari», il gip nella sua ordinanza ammette di «dover prendere in considerazione» l’osservazione della difesa.

Ma che neppure le prove bastano ad «annullare la complessità indiziaria a carico di Milanetto, anche tenendo conto che sul derby, pur non oggetto di contestazione, e sul ruolo in tale contesto di Milanetto e di altri giocatori si sono allungate pesanti ombre». Samp e Genoa dovrebbero tremare per questo?

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