«Milano è accogliente La mia unica sicilianità è un ulivo in giardino»

L'attrice palermitana «nata» a Zelig esordisce al Nuovo con «Sono nata il 23» spettacolo che mescola letteratura e gag

«Milano è accogliente La mia unica sicilianità è un ulivo in giardino»

É nata il 23 novembre, ma alle leggi dello zodiaco non crede. Per cui a nulla serve tirar fuori la storia che quello è il primo giorno del Sagittario e bla bla. Laureata in filosofia, Teresa Mannino ha un'ottima palestra di razionalità e, come spiega lei, «non sono mai stata scaramantica. La scaramanzia è una forma di nevrosi. Ecco, se c'è qualcosa di ardito in cui credo è l'esistenza di altre forme di vita nell'universo. Sì, proprio gli extraterrestri: sono certa che un giorno si presenteranno qui e, spero tanto, saranno migliori di noi».

Sono nata il 23 è il titolo del nuovo spettacolo che la cabarettista palermitana - adottata da Milano e lanciata da «Zelig» - porta al Nuovo da stasera al 15 marzo (ore 20.45, domenica ore 15.30, ingresso 39,50/29,50, info 02.79.40.26). Ricco di aneddoti autobiografici secondo il «Mannino-style», Sono nata il 23 alterna squarci di vita quotidiana - infanzia, amore, vita, tradimento, confronto tra mondo femminile e maschile – ad evocazioni letterarie tratte per lo più dall'Odissea: «Parto da lì, dall'immortale Omero perché anche l'epica può servire a capire il rapporto tra uomo e donna. L'epica è talmente estrema che fa ridere: prendete Penelope, laggiù ad Itaca ad aspettare il suo Ulisse per dieci anni, senza fare sesso! Oppure la dea Calipso e la maga Circe. Per dire: in passato in amore io ero molto Calipso, possessiva come lei, che non fece partire Ulisse dalla sua isola per sette anni. Oggi sono molto Circe, vivo e lascio vivere».

Sottinteso: e sono sicura dei miei poteri. Che, trattandosi di Teresa Mannino, sono quelli di un'arguta comicità e di un fascino femminile che, da cabarettista provetta, lei mimetizza tra una battuta e l'altra, ma che affiora inesorabile dalla sua persona. Il titolo dello show («che per la prima volta ho scritto espressamente per il teatro, non è quindi una collezione di gag tratte dalle mie apparizioni televisive») richiama anche i versi della poetessa Alda Merini («sono nata il ventuno a primavera»): un omaggio a un'altra forte personalità femminile, simbolo di Milano: «Io scendo spesso a Palermo, perché ho bisogno di tornare nel mondo in cui sono cresciuta, ma Milano è una città che mi ha dato molto. Una città che sa accogliere e che è veramente democratica, seria e professionale. Oggi con la famiglia mi sono spostata un po' in periferia, ho guadagnato un giardino in cui difendo con cura un alloro e un ulivo, piante che mi ricordano la Sicilia».

Nello spettacolo al Nuovo, la Mannino sarà circondata da una scenografia evocante la sua Palermo: «Palazzi antichi, vicoli e Porta Felice. Avere una scenografia è rassicurante: per chi, come me, ha fatto cabaret a Zelig, reggere un palcoscenico enorme come quello degli Arcimboldi in totale solitudine è un piccolo trauma. Qui invece è come sentirsi a casa». Della tv nessuna nostalgia: «Proprio no, non ora.

La tv me la riserbo per progetti speciali, come il documentario che feci insieme ad Andrea Camilleri, Il Maestro senza regole , andato in onda su Rai1». Lìavvolgente parlata sicula di Teresa, forse, tornerà a risuonare in radio: «Ho un progetto su Radio2, lo stiamo studiando». Nessuna scaramanzia a parlarne, ovviamente.

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