di Francesco Maria Del Vigo e Andrea Indini
Milano - Alcol a fiumi. Auto parcheggiate in doppia e tripla fila. Schiamazzi. Bottiglie di vetro gettate un po’ ovunque sui marciapiedi. Sparti-traffico divelti. Le vie della movida come un campo di battaglia: alle cinque del mattino, quando il popolo della notte è a letto, il silenzio stride con lo scempio lasciato da giovani e giovanissimi che nel fine settimana affollano locali alla moda, discoteche e club. Ma dove finisce il diritto dei ragazzi di divertirsi e inizia quello dei residenti di dormire? E ancora: dove finisce il dovere dei locali di garantire serate alla moda sette giorni su sette e inizia quello delle istituzioni di garantire una legislazione capace di tutelare tutti i cittadini?
Le zone della movida Dai vicoli storici di Brera alle discoteche di corso Como, dai nuovi locali all'Arco della Pace alle più "alternative" Colonne di san Lorenzo. Le vie dello sballo non mancano, certo, a Milano. Basta scegliere. E' così che, con l'arrivo dell'estate, il popolo della notte torna a invadere la città. E' una battaglia: i residenti protestano per gli schiamazzi e lo sporco, i giovani reclamano - a gran voce - il diritto di divertirsi, i commercianti chiedono spazi per poter fare il proprio lavoro. Hanno tutti ragione, hanno tutti torto. Trovare una mediazione, a volte, diventa pressoché impossibile.
Le misure di Palazzo Marino Proprio in queste settimane il Comune di Milano sta mettendo a punto tutta una serie di provvedimenti per arginare i problemi che, ogni notte, la movida genera nel capoluogo meneghino. Sui Navigli sono scattati numerosi divieti per riportare la situazione sotto controllo: alzaie sbarrate al traffico, tavolini e sedie uguali per tutti i locali, personale addetto a vigilare durante il fine settimana. Stesso discorso per le vicine Colonne di San Lorenzo. Qui Palazzo Marino ha, infatti, vietato l'uso del vetro dalle 21 in poi e recintato le aree di interesse archeologico. Palazzo Marino deve, infatti, fare i conti con i problemi generati dalla movida: il rumore, l'inquinamento acustico, l'abuso di alcol (anche tra i minori) e lo spaccio di droga. Dall'altra parte giovani e giovanissimi che chiedono spazi per potersi divertire.
Trovare una soluzione La discussione, a Palazzo Marino, è tutt’altro che chiusa: la difficoltà sta nel siglare un "patto" tra residenti ed esercenti. Numerosi i proprietari di locali che pagano un servizio d’ordine che sorvegli le vie adiacenti. Non è un lavoro facile. I più, infatti, permettono il parcheggio selvaggio: auto in doppia fila si accalcano lungo i Navigli e ingolfano i vicoli storici di Brera. Le multe non sono sufficienti a scoraggiarli. L'impegno delle forze dell'ordine è a tutto campo: nel 2008, per esempio, sono state staccate 11mila multe e controllate più di 200 persone. E ancora: sotto controllo a tutte le ore i gestori dei locali che contravvengono al divieto di vendere alcolici e bottiglie di birra dopo le 21. In Giunta sono state presentate numerose proposte. C’è chi vorrebbe portare in vita i parchi creando ad hoc aree capaci di ospitare nuovi locali e chi, invece, propone un vero e proprio quartiere del divertimento. Il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, invece, le boccia entrambe. "Meglio servirsi di un’area che già c’è". Nelle mire del numero due di Palazzo Marino l’isola pedonale che collega San Babila a Cairoli. "E’ la più estesa d’Europa – spiega De Corato – è una zona a bassa densità abitativa. Se gli esercenti tenessero i locali aperti fino alle due – conclude – i giovani sarebbero ben disposti a spostarsi". Insomma: i buoni propositi ci sono. Ora, basta trovare un punto d’accordo.
IL SONDAGGIO
Creare quartieri ad hoc nelle città per divertirsi: sei d'accordo?
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