Milano«Non ci sono dinamiche riconducibili alla criminalità organizzata - come il controllo del territorio, la guerra tra clan o regolamento di conti - dietro lomicidio di Francesco Crisafulli: chi ha sparato voleva eliminare solo lui, unoperazione mirata, ma piena di sbavature. Un italiano di cui conosciamo già lidentità e che stiamo cercando».
Francesco Messina, dirigente della squadra mobile di Milano, non ha dubbi: il killer che domenica sera ha freddato con 8 colpi di pistola, davanti a un bar di Quarto Oggiaro, Francesco Crisafulli - 56enne fratello dei ben più noti Biagio e Alex - è arrivato e se nè andato da solo, a piedi, armato di pistola, una semiautomatica che teneva nella cintola. Davanti al bar «Quinto» si è trovato davanti Ciccio Crisafulli, pregiudicato per reati di droga, scarcerato con lindultino il 15 settembre 2005 dopo aver scontato un anno e 4 mesi, e altre tre persone, tutte incensurate: il tabaccaio di origine pugliese Nicola Brunetti, 56 anni; Agostino Molin Corvo, 53enne nato a Belluno e lalbanese regolare Shkelaim Hoxha, 33 anni.
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