Milano presenta a Parigi la sua Expo

Domani l'ad Stanca illustra all'assemblea del Bie il progetto. "Dobbiamo convincere tutti i Paesi a partecipare". Oggi insediati i venti luminari del comitato scientifico. La Moratti: "Dimostreranno come scienza e tecnologia possano migliorare la qualità della vita"

Milano presenta a Parigi la sua Expo

L'appuntamento è per domani a Parigi quando Milano presenterà all'assemblea generale del Bureau international des expositions, l'organismo internazionale che assegna e sovrintende all'organizzazione delle esposizioni universali, lo stato di avanzamento dei lavori per l'Expo 2015. Un appuntamento decisivo anticipato dall'incontro di qualche giorno fa tra l'amministratore delegato Lucio Stanca e il comitato esecutivo. «Non è un esame - ironizza Stanca - È semmai un'occasione per coinvolgere tutti i Paesi perché fra poco cominceremo a chieder loro di venire all'Expo. Un lavoro di semina per convincerli a investire le loro risorse». Nessuna sorpresa in arrivo perché la promozione del lavoro di Milano, in realtà, c'è già stata. «Ricordo - racconta Stanca - che il presidente del comitato esecutivo del Bie si è congratulato con noi perché i lavori procedono e non siamo certo in ritardo». Parole condivise dal governatore Roberto Formigoni a cui fa capo il Tavolo Lombardia per le infrastrutture, la cui prossima convocazione è in agenda per lunedì. «Il progetto procede come un cronometro - assicura Formigoni - La parte più complicata è quella legata alla programmazione dell'evento: l'Italia ha un'attrattività straordinaria e dobbiamo rispondere a questa attesa, creando qualcosa che internet non può offrire». Per fare questo, prosegue, «continueremo a chiedere anche la partecipazione dei cittadini, un cui primo contributo abbiamo avuto con gli Stati generali dell'Expo».
Ieri, intanto, la presentazione dei 20 luminari del Comitato scientifico, chiamati a valutare e ad approvare tutti i contenuti culturali dell'evento. «Questo è un altro passo avanti nella costruzione di Expo 2015 - le parole di Stanca - Expo vuole essere innanzitutto un evento culturale di divulgazione scientifica sulle sfide alimentari di questo secolo». Il comitato, voluto dal commissario straordinario Letizia Moratti già durante la fase di candidatura, è guidato da Roberto Schmid, ex rettore all'università di Pavia e da Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, presidente dell'Accademia delle scienze e avrà il compito di dare una validazione scientifica a tutti i progetti di cooperazione internazionale e di offrire la propria consulenza su tutte le attività collegate ai temi cardine dell'evento: lasicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale.
I 17 accademici (8 stranieri e 9 italiani) a cui si aggiungono presidente e vicepresidente e il segretario generale Adriano Gasperi, sono stati infatti scelti per rappresentare tutte le aree del pianeta e tutti i campi del sapere collegati alla mission di Expo 2015. Ogni anno il comitato organizzerà un forum per illustrare l'avanzamento della scienza e della tecnologia nei campi della lotta alla fame, di cui è già stato dato un primo assaggio proprio oggi con la lectio magistralis a Milano di Philip T. James, professore della London School of Hygiene and tropical medicine, dedicata alle sfide della catena alimentare per una vita più sana e migliore. «Per la prima volta nella storia più che secolare di Expo - spiega la Moratti - già in fase di candidatura si è costituito il comitato scientifico internazionale allo scopo di mettere in luce più chiaramente come la scienza e la tecnologia contribuiscano a migliorare la qualità della vita».
La nascita del comitato, che lavorerà per onorari molto modesti (5mila euro l'anno per i membri italiani, 2mila per quelli stranieri) ha già ottenuto il plauso del segretario generale del Bie, Vicente Gonzales Loscertales.

«Per Milano 2015 l'interrelazione delle tre componenti del tema centrale, alimentazione, energia e sostenibilità - ha affermato in una lettera - rappresenta forse la più grande sfida scientifica del secolo e per questo il ruolo di questo comitato scientifico è più importante che mai».

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