Si alza la tensione a Milano. Solo un mese fa, il 12 gennaio scorso, il vigile di quartiere Nicolò Savarino veniva investito e ucciso da un nomade di origini slave alla Bovisa. Da ieri c’è sempre un vigile protagonista della cronaca cittadina, ma stavolta lui si è salvato. Si chiama Alessandro A., ha 36 anni e quattro e mezzo li ha passati in servizio al nucleo operativo.
Ieri pomeriggio, al termine di un inseguimento a un’auto sospetta in fuga, ha impugnato la sua Beretta e ha sparato uccidendo un cileno clandestino di 29 anni, pregiudicato per furto. Il ghisa ha usato la pistola di servizio, una calibro 9 dopo che, davanti a lui, uno dei due fuggitivi, sceso dalla sua auto, ha estratto la sua arma, puntandogliela contro. Alessandro A. ha reagito e ha sparato per primo, colpendo però il complice del pistolero che si è inserito all’improvviso nella traiettoria del proiettile. L’altro balordo, quello armato, a quel punto ne ha approfittato per scappare, portandosi dietro la pistola. E ora Alessandro A. è indagato per eccesso colposo di legittima difesa.
«Siamo con lui, siamo con il collega - sottolinea DanieleVincini, segretario milanese del Sulpm, il principale sindacato della polizia locale - . È stato addestrato ed era sotto minaccia.
I vigili non sono avvezzi a puntare pistole, a meno che non ci sia un’assoluta necessità: basti pensare che non teniamo mai le armi con il colpo in canna. E, se le carichiamo, significa che il pericolo è imminente.
Questo fatto dimostra semplicemente che la polizia locale è sul territorio ».
Le indagini, intanto- comenelcaso Savarino - anche stavolta sono state affidate alla Squadra mobile. I cui investigatori ieri hanno sentito i testimoni del fatto e stanno ancora ricostruendo l’accaduto-una dinamica piuttosto complessa nel suo insieme-anche attraverso l’ausilio dei filmati delle telecamere della zona.
Ieri pomeriggio alle 14.30, infatti, quattro pattuglie dei vigili stanno raggiungendo via Orbetello all’angoloconviaPusiano, aLambrate, zona nord ovest di Milano, per una rissa tra giovani sudamericani. Alessandro A., che attualmente si occupa di antiabusivismo, si trova in zona Buenos Aires con il collega di pattuglia proprio per un servizio contro la contraffazione, quando dalla centrale gli viene detto di recarsi sul luogo della rissa. L’auto di servizio non è ancora arrivata sul posto (dove,tra l’altro,una volta arrivati i vigili non troveranno alcuna rissa, ndr) quando incrocia una Seat Cordoba di colore blu con targa spagnola che viaggia a tutta velocità nella direzione opposta. I vigili decidono di seguirla perché la macchinastaandandoveramentetroppo forte.
E, chissà: chi c’è sopra potrebbe essere tra i coinvolti nella rissa.
La Seat, infatti, alla vista della vettura della polizia locale, accelera ancora di più.
Inizia l’inseguimento. I due fuggitivi imboccano contro mano via Crescenzago, la strada che costeggia il parco Lambro e, all’improvviso si bloccano, obbligando i vigili a tamponarli. A quel punto gli uomini della Seat scendono dalla vettura e cercano di fuggire tra la neve e glialberidelparcoLambro, mentre Alessandro A. e il suo collega li inseguono. È proprio in quel momento, in quell’atmosfera ovattata e invernale, che uno dei due della Seat si volta verso Alessandro A. puntandogli contro una pistola.
Il vigile gli sparaperprimoma, comespiegherà più tardi alla polizia, nella traiettoria del proiettile finisce l’altro complice, quello non armato. Che stramazza al suolo (il proiettile gli ha perforato il torace ed è uscito dalla schiena) mentre l’altro fugge attraverso il parco. Arrivano gli operatori del 118 che cercheranno per oltre un’ora di rianimare l’uomo a terra, un cileno in arresto cardiaco. Si chiama Marcello Valentino Gomez Cortes. E morirà più tardi alla clinica Santa Rita, senza mai riprendere conoscenza.
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