Milano, la Triennale celebra rock e arte visiva

La mostra "It’s not only Rock’n Roll, Baby" allestita alla Triennale Bovisa di Milano, a cura di Jèrome Sans, dal 24 giugno al 26 settembre, mette in scena la storia dei musicisti rock che si sono espressi anche attraverso le arti visive. Esposti i lavori di una dozzina di artisti icone del rock internazionale

Milano, la Triennale celebra rock e arte visiva

Milano - Guardando all’arte e al rock da un punto di vista assolutamente inedito, la mostra "It’s not only Rock’n Roll, Baby" allestita alla Triennale Bovisa di Milano, a cura di Jèrome Sans, aperta dal 24 giugno al 26 settembre, mette in scena la storia dei musicisti rock che si sono espressi anche attraverso le arti visive. Sono esposti i lavori di una dozzina di artisti icone del rock internazionale come Alan Vega, andy, Antony (Antony and the Johnson), Bianca Casady (Coco Rosie), Chicks on Speed, Devendra Banhart, Fischerspooner, Kyle Field, Patti Smith, Peter Deherty, The Kills, Herman Dune.

La rassegna si propone di esporre le opere di quei musicisti che sono nati artisti prima di darsi alla musica rock. Le due forme di espressione rock e arte, sono legate tra di loro da un linguaggio specifico e formale. Non mancano per farci emozionare dipinti fatti con il sangue di Peter Doerthy, le polaroid intime di Patti Smith in Bianco e nero e i collage di Antony. La prima edizione della mostra si è svolta al Bozar di Bruxelles nel 2008 e in questo continuum milanese si ripropongono i medesimi meccanismi che hanno portato al successo di pubblico e di critica la precedente edizione.

Alla Bovisa, così come a Bruxelles, un autore belga era al centro della scena, a Milano, in questo caso Andy dei Bluvertigo, un autore italiano domina la Kermesse di arte e musica. Ad accompagnare una mostra difficile per certi versi, da leggere e comprendere, un filmato curato da Nick Magazine e una serie di appuntamenti musicali che si possono leggere sul sito www.triennale.org.

Un altro elemento importante per capire il messaggio dell’esposizione è sapere chi è il suo curatore, Jèrome Sans: fondatore ed ex direttore del Palais de Tokio di Parigi, attualmente direttore del Centro Ullens per l’Arte Contemporanea di Pechino. Negli ultimi quindici anni Sans si è interessato a presentare gli aspetti meno noti dei più famosi artisti; lo stesso curatore è anche un musicista di una certa importante. Insieme alla cantante Audrey Mascina ha formato il duo Elettrorock denominato . Nel catalogo, edito da Carlo Cambi, è possibil e ripercorrere la storai di questo fenomeno meno conosciuto. Al suo interno si possono trovare interviste con in cantanti e immagini del loro lavoro. Ad arricchire la mostra e per la felicità di tutti glia appassionati dell’arte e del rock, una rassegna filmica che presenta tra le tante, una pellicola orgogliosamente outsider e un percorso che raggruppa nove film, tra anteprime e pezzi inediti. Dagli anarchici perdenti e urlanti di Ex Drummer alla vera storia di Nathaniel Ayers, violoncellista solista, si compie un viaggio tra le vite di chi ha scelto di "deviare" per trovare la propria direzione. Stiamo parlando di processi creativi che si sonos volti soprattutto in America che si sono poi diffusi in Europa. Temi e tecniche diverse che hanno saputo stimolare anche autori della portata di Jim Jarmusch, Cry Baby, un inno alla diversità di John Water con il giovane Jonny Deep in versione Elvis fino a Sofia Coppola. Quest’ultima la vediamo come regista il 14 settembre del film "Il giardino delle vergini" alle ore 21,30. Tra le biografie degli artisti spicca quella di Alan Vega, noto negli anni Settanta come componente del duo di Rock elettronico minimalista "Suicide". Vega aveva un socio musicale, Martin Rev che con lui ha saputo portare avanti l’idea di una musica particolare i cui elementi essenziali erano ritmi binari ripetitivi, tastiere dark e ipnotiche, voci che passano dalle grida al parlato, aprendo con queste tecniche un mondo di possibilità per i musicisti rock ed elettronici venuti dopo di loro. Vega nel 1974 ha fondato la Projet of Leaving Artists, una galleria d’arte morto alla Warhol a Manhattan che faceva orario continuato giorno e notte durante alla settimana. Dedicata all’arte, alla musica e al cinema, la gallera di Vega è diventata una base di lancio per gruppi divenuti importanti come i New York Dolls e Blondie. Dalla musica alla pittura fino alla scultura, portando così il tema a una diffusione mondiale.

La sua carriera artistica si è evoluta nell’esplorazione della luce sulla percezione pittorica portandola a integrare la luce nelle tele e viceversa: a poco a poco la luce ha preso il sopravvento sulla pittura fino a portare alle famose "sculture di Luce" che sono assemblaggi di vari articoli illuminati da lampade e luci al neon. Vega è nato a Brooklin nel 1948 e attualmente continua a vivere a New York. La mostra è aperta tutti i giorni dalle 11 alle 21 con chiusura il lunedì.

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