Si aggrava la posizione di Alessandro Amigoni, il vigile milanese che lunedì scorso ha ucciso un immigrato cileno di 28 anni. Tre colleghi che si trovavano con lui, interrogati dalla squadra mobile in questura, hanno spiegato di non essere in una situazione di pericolo mentre inseguivano i due fuggitivi. In particolare nessuno dei tre ha visto puntare una pistola verso di loro.
La versione è stata ribadita davanti al pm Roberto Pellicano.
Salterebbe quindi la linea difensiva di Amigoni, che invoca la legittima difesa putativa, secondo cui il vigile avrebbe reagito perché si è sentito in pericolo. Tra una settimana, intanto, sono attesi i risultati completi dell’autopsia sul corpo del cileno e la relazione balistica, da confrontare con i rilievi della scientifica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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