Cattelan: "La Tv ti rende famoso ma l’etere è magia"

Milano è la sua città di adozione, la sua Catteland, come il programma che conduce su Radio Deejay. Alessandro Cattelan è nato e cresciuto in provincia di Alessandria a Tortona, anche se oggi lavora e ha messo su famiglia a Milano

Alessandro Cattelan in una foto durante le riprese di XFactor
Alessandro Cattelan in una foto durante le riprese di XFactor

Milano è la sua città di adozione, la sua «Catteland», come il programma che conduce su Radio Deejay. Alessandro Cattelan è nato e cresciuto in provincia di Alessandria a Tortona, anche se oggi lavora e ha messo su famiglia a Milano. Ma nonostante abbia sostituito Francesco Facchinetti,alla conduzione di X-Factor, facendone un personaggio di punta della tv, la radio resta la sua seconda pelle.

Chi meglio di lei può dirci se il video ha distrutto le carriere delle star «sonore»?

«Per ciò che mi riguarda, la cosa che so fare meglio è la tv ma quella che amo di più è la radio. In video lavoro con meno fatica, benché sia più stressante e dia più notorietà. Ma la radio offre più libertà. Un programma che ti assomiglia, è la cosa più bella del mondo».

Che significa «un programma che ti assomiglia»?

«Non avere vincoli, obblighi, solo ospiti che mi interessano. E non pensare mai a chi c'è a casa. Lo studio è piccolo e spesso ho la sensazione di parlare col regista, chi ho di fronte e nessun altro. Mi rendo conto di avere il pubblico quando finisco e arrivano i messaggi degli ascoltatori».

E quando arriva lo stress della tv le capita di pensare che le manca un po' la radio?

«Non proprio. Ma la televisione è un po' un peso, come tutti i lavori. In radio invece non ho mai un malessere. La radio mi sorride, mi cambia l'umore».

Quando e come cominciò a lavorare a Milano?

«Proprio a Radio Deejay, appena arrivato a Milano nel 2001. Ero un fan di quella stazione e Linus mi fece fare un mese di prova senza andare in onda: ogni mattina “facevo finta” di lavorare accanto a lui. Poi Radio KissKiss si interessò a me, e lì mi feci le ossa».

Un ricordo di Mtv, la svolta di molti professionisti del suo settore?

«È stato un periodo fighissimo. “All Music” è stato il mio approccio ai canali musicali, ma non un vero lavoro, era molto “pane e salame”, disteso e con un pubblico scarso. Mtv è stato il periodo più bello. Rtl mi mandò in giro per il mondo: 5 volte solo in America. Poi ho scritto un programma con “Nongio” (Francesco Mandelli, oggi dei “Soliti idioti” ndr). Mtv ti creava una famiglia intorno, perché tutti conoscevano quel network ovunque, anche all'estero»

Come cambia la vita X-Factor?

«Dal punto di vista personale, niente di particolare. È stato un passettino. Ora però tutti sanno cosa so fare».

Che rapporto ha con Milano?

«È una città che ho un po'“sfruttato”.

Questo lavoro si fa qui e basta perché sono qui case discografiche, radio ed emittenti. E qui ho una bimba: ormai mi sento a casa. Ma la ricollego un po' troppo al lavoro. Con una professione pubblica, quando giro per la strada, quasi sento di non aver staccato la spina. Meglio Tortona».

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