La settimana che si apre sarà decisiva per la formazione della prima giunta di Attilio Fontana. Il lavoro sulla composizione della squadra è ancora alla fase preliminare, ma non dovrebbe incontrare troppe difficoltà. Il neo presidente ha citato due criteri per la composizione della giunta: il merito e il territorio. E se per il merito fanno fede i voti e i curricula, il criterio della territorialità viene tenuto in grande considerazione, soprattutto in casa leghista.
A Milano Forza Italia ha il cuore della sua potenziale delegazione di governo, con Giulio Gallera - recordman assoluto di preferenze - ancora in corsa per sanità e vicepresidenza della giunta, e con Silvia Sardone, donna più votata nell'intera regione. Un nome a cavallo fra il tecnico e il politico è quello di Benedetta Cosmi, esperta di lavoro e vicina alla coordinatrice regionale azzurra Mariastella Gelmini. Per la Lega, fra i milanesi un ruolo potrebbe giocarlo il capolista Gianmarco Senna, ma anche l'iper-salviniano ex assessore provinciale Stefano Bolognini, che però pare in corsa più per un incarico di coordinamento interno. Restando alla provincia di Milano, in particolare zona Magenta-Ticino, in «Noi con l'Italia» salgono le quotazioni di Luca Del Gobbo. Rieletto, potrebbe alla fine riottenere l'eventuale posto in giunta della «quarta gamba», e la cosa consentirebbe di dare spazio a un'esponente dei giovani «lib-pop» come Deborah Giovanati.
A un assessore potrebbe toccare il compito di coprire quei territori che rischiano di restare scoperti. Al momento, per esempio, Pavia e Mantova. La «Provincia pavese» ieri titolava in Prima «Pavia vuole il suo assessore» ma il Pavese dalla fine dell'era di Gian Carlo Abelli fatica a trovare forza in Regione, e dopo le dimissioni di Mario Melazzini non ha più rappresentanti in giunta. Gli eletti più quotati a Pavia, comunque, sono Roberto Mura per la Lega e Ruggero Invernizzi di Forza Italia. Discorso simile per Mantova. Il problema potrebbe essere risolto, come detto, con un assessore in grado di seguire tutta la fascia meridionale lombarda, per esempio Pietro Foroni di Lodi. Cremona spera in Cristina Cappellini. Pesante, e adeguatamente rappresentata, la provincia di Brescia, che potrebbe vantare un assessorato di rango con Davide Caparini (forse bilancio), ma anche un posto in giunta per Viviana Beccalossi (Fdi) e Fabio Rolfi (Lega) se come sembra il candidato sindaco della «Leonessa» sarà Paola Vilardi. In corsa per il Bresciano anche Alessandro Mattinzoli di Fi. Bergamo potrebbe essere rappresentata dai leghisti Giacomo Stucchi (ex presidente del Copasir) e Claudia Terzi, assessore uscente che però è stata eletta anche a Roma. La Brianza si affiderebbe al votatissimo forzista Fabrizio Sala. Le aree pedemontane, invece, avrebbero il loro alfiere innanzitutto in Massimo Sertori, ex presidente della Provincia di Sondrio, che sembra destinato non a caso all'assessorato alla Montagna, mentre per Varese - che ha già il presidente Fontana - resta in corsa Raffaele Cattaneo (Nci) e resta l'ipotesi della leghista Giovanna Bianchi Clerici.
Como avrebbe in Alessandro Fermi il suo referente (ma non è escluso che l'esponente di Forza Italia, sottosegretario uscente, possa sedersi sullo scranno di presidente del Consiglio regionale, che potrebbe andare a Fi ma per varie ragioni non è in cima ai desideri di altri «big»). Per Lecco una chance è legata all'assessore uscente Antonio Rossi mentre viene considerato fuori quota politica o territoriale l'assessore in pectore all'autonomia, il tecnico Stefano Bruno Galli.
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