"Adesso tocca a Roma rispettare i tempi con noi"

Il presidente dell'aula: "Ci abbiamo impiegato 10 giorni, adesso loro ci rispondano entro 100"

"Adesso tocca a Roma rispettare i tempi con noi"

Presidente Raffaele Cattaneo, praticamente un sì all'unanimità.

«La risoluzione sull'autonomia ha raccolto il consenso di tutte le forze politiche, di maggioranza e minoranza. A parte la componente di Mdp, tutti hanno votato a favore e questo è il fatto politico di rilievo».

Come si spiega questa svolta dopo gli scontri sul referendum?

«Il consiglio regionale si è ricompattato, parlando con una voce sola, mettendo insieme sia chi era a favore che contro il referendum. È stato un gesto di grande intelligenza politica per dare maggior forza alla trattativa».

Quali i passaggi più complessi nel suo specifico ruolo di mediatore?

«Rispettare il contenuto dell'articolo 116 e non inserire punti ulteriori ma rimanere all'interno del mandato che ci è stato dato dai cittadini».

È il motivo per cui sicurezza, immigrazione e residuo fiscale sono rimasti fuori?

«Sì, benché il tema fiscale e delle risorse sia chiaramente contenuto nel testo della risoluzione e esplicitato nella parte dell'allegato relativa al coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario».

Quali novità fiscali concrete per cittadini e aziende?

«La richiesta generale è che le risorse alla Regione non siano più trasferimenti statali ma basate sulla fiscalizzazione, cioè sul trasferimento di quote dell'Iva e di altri tributi. E questo vuol dire che le risorse non dipenderanno dalla volontà dei ministeri romani ma dalla capacità contributiva dei lombardi che è molto alta. Chiediamo poi una quota maggiore del gettito dell'Iva evasa, la compartecipazione all'Ires e che la Regione possa essere pienamente autonoma sui tributi regionali, per esempio azzerando il bollo auto».

Maroni prevede che sull'autonomia sarà il prossimo Parlamento a legiferare.

«Mancano cento giorni all'inizio della campagna elettorale. Se a Roma c'è una volontà reale e non solo strumentale, è possibile arrivare a sottoscrivere un accordo col governo. Noi, su loro richiesta, abbiamo fatto la risoluzione in dieci giorni. Adesso siamo noi a voler chiudere l'intesa in cento giorni, prima del periodo elettorale. Mi sembra una richiesta ragionevole».

E il voto del Parlamento?

«Tecnicamente è ancora possibile prima dello scioglimento delle Camere e il consenso così ampio in consiglio regionale certamente favorirà anche a Roma un'intesa».

Come si è conclusa la controversia con i 5Stelle sul tema della scuola?

«Con una formulazione più generale che consentirà comunque di chiedere al tavolo col governo la piena attuazione della legge sulla parità scolastica».

Da quanti anni va avanti questo viaggio della Regione verso l'autonomia?

«Da quando è nata la Regione, come è confermato dal sostegno del primo presidente, Piero Bassetti. La richiesta di maggiore autonomia ha almeno dieci anni di storia, perché il primo voto del consiglio su questo tema fu il 3 aprile del 2007. Ma senza il referendum non ci sarebbe stato questo risultato, perché oggi ci riproviamo avendo alle spalle il voto di 3 milioni di lombardi».

Tavolo unico con l'Emilia Romagna?

«Sì, perché ha già votato il provvedimento, e mi auguro che sarà unico anche col Veneto, che la settimana prossima voterà il proprio atto formale».

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