Apre il primo Primark. Moda a basso costo, ma attenta al "green"

In via Torino 7 piani della catena irlandese. Abiti, beauty, casa. E al lavoro 400 addetti

Apre il primo Primark. Moda a basso costo, ma attenta al "green"

Dopo Uniqlo e Fao Schwarz, un altro indirizzo che da questa mattina metterà in coda milanesi e non solo, a giudicare dalle richieste di informazioni di stranieri ieri a chi sistemava gli ultimi dettagli all'ingresso. Alle 8.45 l'head of sales Italy Luca Ciuffreda e il sindaco Beppe Sala taglieranno il nastro del primo «Primark» store a Milano e in un centro città in Italia, nel palazzo di via Torino 45 che per anni ha ospitato la Fnac (prima e dopo, Standa e Unieuro). É il negozio numero 403 nel mondo della catena irlandese di abbigliamento, accessori, casa e beauty low cost, il primo aprì nel 1969 in Mary Street a Dublino. Primark ha due store più piccoli nell'hinterland, dal 2016 ad Arese e dal 2019 al Fiordaliso di Rozzano, altri sei in Italia sempre all'interno di centri commerciali, entro l'anno ne aprirà altri 5 a Torino, Bologna, Chieti, Caserta e Venezia.

Low cost e sostenibile è l'obiettivo della catena che ha lanciato nel 2021 il programma «Primark Care» che punta a dimezzare le emissioni di carbonio in tutta la catena del valore entro il 2030, a capi interamente riciclabili entro il 2027. E nello store di 10mila mq, cinque piani di vendita e tre di uffici (Milano sarà l'headquarter italiano) spiccano le immagini e lo slogan «Verso un pianeta migliore», con gli impegni per ambiente e lavoro femminile. Il nuovo store con oltre 400 addetti di 24 nazionalità ha creato 250 nuove opportunità di lavoro. Il 68% è donna, l'età media 27 anni. Entro fine anno saranno 3.500 in Italia (oggi 2.500 di 37 nazionalità). I prezzi? Costume da bagno da uomo con plastica riciclata al 30 per cento 5 euro, t-shirt da donna realizzata con cotone sostenibile 3 euro, shorts da bimbo 0-36 mesi con cotone riciclato 1,80. Ciuffreda spiega che il modello di business si basa su «acquisto in grandi volumi, pochissima pubblicità, niente packaging costoso e i fornitori devono imballare oggetti pronti per l'esposizione diretta sugli scaffali», dove sempre per l'obiettivo meno plastica ci sono appendiabiti di cartone. Primark «usa 900 fabbriche nel mondo ma non possiede stabilimenti, li condivide anche con brand del lusso e i fornitori devono sottoscrivere il codice di condotta».

Lo store. L'ingresso si ispira alle piazze e ai portici di Milano. Al piano meno uno abbigliamento uomo, al pianterreno e piano 1 donna, al 2 intimo donna e casa (tra i best seller fiori, vasi e candele), al 3 bambino e beauty, tecnologia, area pet (con collari e giochi per animali), valigeria. Cinquanta casse e 32 camerini - con alcuni showroom dove provare abiti in compagnia delle amiche - aree relax e l'immancabile zona selfie «Ciao Milano». Zero barriere architettoniche, previsti anche camerini per chi è in carrozzina.

«Mescoliamo proposta basic e ricerca delle ultime tendenze», aree license con proposte Disney o Nba. Primark arriverà a «530 negozi nel mondo entro 5 anni. La filosofia è portare il cliente fisicamente in negozio, non si può acquistare on line».

Nei tre piani di uffici (con all gender toilet) sale riunioni intitolate a Botticelli, Margherita Hack o Caravaggio, cartellone con foto e crescita aziendale dei «talenti», showroom e terrazza.

Il negozio sarà aperto 7 giorni su 7 dalle 9 alle 22. «Faremo un accordo con la Rete antiviolenza del Comune - spiega - per corsi di formazione a 30 donne vittime di abusi, così entreranno nel processo di selezione».

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