Per catturare il grosso della banda - barricato in un appartamento al secondo piano di uno stabile di Pioltello e assolutamente deciso a non arrendersi - gli investigatori della quinta sezione della squadra mobile hanno dovuto chiamare i vigili del fuoco. Che, con una delle loro lunghe scale, li hanno aiutati a raggiungere il balcone dell'abitazione per fare irruzione all'interno e arrestare i balordi. Così sono finiti in manette dieci ragazzi cileni, tra i 21 e i 29 anni (tra cui due donne) accusati di rapina aggravata, danneggiamento aggravato, lesioni e ricettazione per aver distrutto le vetrine e fatto man bassa di preziosi nella gioielleria «Valentino argento e oro» di piazzale Corvetto lo scorso 17 novembre, un sabato pomeriggio. Il titolare, Valentino Zocchio, 67 anni, quel giorno - memore di una rapina fotocopia subita poco più di tre mesi prima, il 9 giugno, durante la quale una banda (probabilmente la stessa) aveva razziato 150mila euro di gioielli - era sceso dal primo piano, un soppalco, verso l'ingresso, revolver a canna corta in pugno, sparando tre colpi per spaventare i cileni. Che, poco prima delle 18.30 e in appena 40 secondi - come dimostra il video ricavato dalle telecamere interne ed esterne del negozio - avevano devastato le vetrine esterne e interne a colpi di mazza per impossessarsi di parte dei preziosi esposti. Un bottino da 13mila euro.
I rapinatori ragazzini si erano organizzati bene quel pomeriggio. Due di loro, fingendosi fidanzati impegnati in effusioni, si erano avvicinati alla vetrina della gioielleria, erano entrati e poi avevano finto di uscire, inserendo però un cuneo nella porta per lasciarla aperta. A quel punto altri tre di loro, armati di mazze e accette, ne avevano approfittato per fare irruzione nel negozio di preziosi e, dopo aver infranto i due vetri che proteggono l'ingresso, iniziare la devastazione interna dei locali, distruggendo gli espositori e cercando di mettere più preziosi possibile nei sacchi che si portavano dietro. Ragazzini scatenati. Che non hanno esitato a rifilare calci e pugni laddove non hanno usato mazze e accette.
Tutto accade lì, sotto gli occhi della moglie del titolare che sta mostrando dei monili a una cliente. Zocchio è di sopra, sul soppalco, come qualche mese prima. Vede, attraverso i monitor, anche stavolta. E decide che non assisterà passivamente. Quando piomba all'ingresso il commando è solo all'inizio del lavoro. Il signor Valentino urla. Poi tira il cane del revolver. I rapinatori non ci mettono niente a capire che fa sul serio, e scappano in auto, verso via Martinengo. La vettura verrà abbandonata in via Val Maggia.
A tradire la banda è stata l'unica, fatale svista di uno dei componenti, che durante la fuga aveva perso il cellulare poi ritrovato dagli investigatori della polizia proprio sull'auto.
All'operazione della Mobile aveva partecipato anche l'ispettore Sandro Clemente, 48 anni, suicida in questura lo scorso 23 dicembre.
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