«Il mausoleo sarà pronto per maggio 2015, in occasione dell'apertura di Expo» rivelava ieri Giorgio Armani nel corso del consueto incontro con i giornalisti subito dopo la sfilata della collezione Emporio. Il tono era carico di speranza. «L'Expo? Sfido chiunque, per quel che è accaduto, a non avere il timore di fare una figura del cavolo. Siamo tutti preoccupati» diceva il designer che scherzando chiamava mausoleo quella che si annuncia come la sua Tate Gallery. «Stiamo correndo per farcela e sicuramente raggiungeremo l'obiettivo di inaugurare l'Armani Silos» aggiungeva spiegando come nell'area dell'ex Nestlè di via Bergognone 46, di fronte al suo celebre Teatro, sorgerà una struttura progettata per accogliere il suo immenso archivio, un centro documentazione, esposizioni permanenti, mostre ed eventi. Del resto si parla da anni infiniti di un museo della moda, ma nel frattempo questa idea sembra sorpassata da soluzioni più efficaci e vive come i centri di documentazione aperti ai giovani.
E' stato fatto a Parigi con il museo di Yves Saint Laurent, lo fa spesso con le sue mostre straordinarie il Galliera che con il curatore Olivier Saillard ha per esempio chiamato l'attrice Tilda Swinton a interpretare i tesori dell'archivio del museo. A qualcosa di straordinario stanno anche pensando Rita Airaghi e Alberto Ferrè che hanno recuperato oltre tremila abiti disegnati dall'indimenticabile Gianfranco Ferrè sparsi in tutto il mondo: l'architetto con la sua genialità se lo merita. Insomma Milano può e deve diventare il centro culturale della moda, patrimonio indiscusso dell'Italia.
Ma tornando all'iniziativa di Armani, la storica fabbrica si estende su una superficie di 24 mila metri quadrati e contiene un immenso parco: fu acquisita nel 2005, vicino al numero civico 59, sede del suo Teatro costruito su progetto di Tadao Ando. Alla domada se è ancora il celebre architetto giapponese a seguire i lavori dell'Armani Silos, il designer ha risposto che tutto verrà fatto in casa. Ai tempi dell'acquisizione di questa ex fabbrica, lo stesso Armani aveva raccontato che il parco contiene querce centenarie e villini inizio secolo. Ma sulla destinazione di tutto questo, il designer non si è voluto pronunciare. Si sa solo che il grande silos, struttura molto semplice e lineare, vedrà il bianco come colore dominante e aprirà, in accordo con il Comune, due/tre giorni la settimana. «Di più non avrebbe senso.
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