La Polizia di Stato ha arrestato il comandante della Polizia locale di Trezzano sul Naviglio, Salvatore Furci, 43 anni, e con lui un cittadino albanese, Mariglen Memushi, in base all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Anna Magelli su richiesta del procuratore aggiunto Alessandra Dolci e del sostituto Gianluca Prisco. Furci è accusato di aver nascosto la cocaina nell'auto della collega Lia Vismara, comandante della Polizia locale di Corbetta, con la complicità di Memushi. Il motivo? Pura e semplice vendetta.
La cocaina nascosta nell'auto della collega
Tutto comincia la notte tra il 3 e il 4 gennaio 2020. Lia Vismara, comandante della Polizia locale di Corbetta, viene sorpresa con della cocaina a bordo della propria vettura durante un blitz mirato dei carabinieri: scatta la denuncia per detenzione di stupefacente. Certa di essere estranea alla vicenda, la comandante querela i tre sottufficiali della tenenza di Bollate che le stilano il verbale e firma un esposto contro Salvatori Furci, con cui è ai ferri corti da tempo. Ma l'antefatto della vicenda è tutto da ricostruire.
Una storia di vendetta
Nel 2018, Salvatore Furci - originario di Gioia Tauro e con un passato all'annonaria di Milano, risulta vincitore del concorso per ricoprire la posizione di ufficiale nel Corpo di Polizia Locale a Corbetta, una cittadina alla periferia Nord del capoluogo lombardo. Ma il parere negativo espresso dalla comandante Lia Vismara, a capo della Polizia locale di Corbetta, lo interdice dal ruolo dopo il periodo di prova. Nel 2019 Furci ci riprova e, stavolta, ottiene la divisa di agente alla Polizia locale di Milano. Tuttavia, non ha ancora digerito "lo sgarbo" della collega. Anzi, se l'è legata al dito tanto da ordire una pesantissima vendetta.
Le indagini e l'arresto
Attraverso una complessa attività di accertamenti, la polizia è riuscita a stanare Antonio Furci e il complice, Mariglen Memushi, un cittadino albanese. Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, gli investigatori hanno identificato lo straniero "grazie a una perizia fonica", ovvero, abbinando al suo nome la voce che fece la telefonata al 112. In quella telefonata l'uomo confessava ai carabinieri "di avere venduto la sostanza stupefacente alla donna, sostenendo che la stessa lo avesse pagato con banconote false e indicando l’autovettura quale luogo di occultamento della cocaina acquistata". Nel corso delle indagini, la Polizia ha accertato che Furci "ha tentato di acquisire informazioni per il tramite di suoi conoscenti in servizio presso il Tribunale di Milano al fine di conoscere l’eventuale esistenza di procedimenti penali a suo carico per i fatti che hanno portato all’odierno arresto".
La comandante Lia
Vismara non è mai stata sospesa dall'incarico. Per dimostrare la sua innocenza, si era sottoposta al test del capello con esito negativo. Oggi, dopo dieci lunghi mesi, la Giustizia le ha dato ragione: Furci è stato arrestato.
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