Avvelenamenti da tallio: l'inchiesta riparte dalla casa

Tutti i residenti della villetta con alti livelli di tossine

Avvelenamenti da tallio: l'inchiesta riparte dalla casa

Nulla. Oppure no? Tutte le analisi di laboratorio sui campioni di topicida e altro materiale prelevato nell'abitazione di campagna di Santa Marizza di Varmo (Udine) e utilizzata tutti gli anni per le vacanze, hanno dato esito negativo. Risultati zero anche dai controlli dei filtri di un deumidificatore e di un condizionatore della casa friulana, com'erano già stati esclusi quelli sui campioni dell'acqua proveniente da un pozzo artesiano. Dopo le verifiche sul guano e altri alimenti, nemmeno gli avanzi di una zuppa di farro all'interno di un contenitore congelato qualche giorno fa sono stati utili a spiegare l'altissimo tasso di tallio rinvenuto nel sangue di tre persone residenti a Nova Milanese e morte all'ospedale di Desio nei giorni scorsi: Daniela Del Zotto, 62 anni, il padre 94enne Giovanni Battista e più recentemente la madre, Gioia Maria Pittana, 87 anni. Un avvelenamento che ha coinvolto anche la sorella di Patrizia, la 58enne Laura e il marito Enrico R. che sono «in condizioni stabili», nonché la badante della famiglia, Serafina P., tutti ricoverati all'ospedale di Desio.

In realtà una novità c'è. Ed è una notizia che restituirebbe l'indagine - e in maniera definitiva - agli investigatori brianzoli dell'Arma dei carabinieri. Nella villetta di via Fiume a Nova, infatti, abitano più nuclei famigliari dei Del Zotto. E tutti, non solo chi è stato così contaminato al punto da richiedere il ricovero in ospedale, dopo le analisi, risultano avere nel sangue percentuali piuttosto alte di tallio. Anche coloro che in Friuli non ci sono stati. Per questa ragione l'inchiesta si concentra sulla villetta.

Com'è ovvio, chi risiede ancora nella casa è terrorizzato e ha espresso più volte la volontà di andarsene. Naturalmente prima di cambiare casa da un giorno all'altro, soprattutto con i tempi che viviamo, non è esattamente un giochetto o comunque non si tratta di una decisione facile, soprattutto quando si ha alle costole un nemico tanto sconosciuto e misterioso.

Mentre la Procura di Monza ha aperto sul tavolo un fascicolo per omicidio colposo e lesioni, contro ignoti, si attendono ancora i risultati delle autopsie sui

cadaveri che permetteranno di avere conferma, o meno, sull'ingestione del veleno. Il tossicologo, poi, presente a tutti e tre gli esami, potrà spiegare come ha agito il tallio all'interno degli organismi delle tre vittime.

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