«Treni pieni, bar vuoti. Uffici pieni, metrò intasate». È la didascalia che accompagna la foto di un treno pendolari gremito ieri mattina. «Ce la fate o fate apposta? I ristoranti chiusi alle 24 e i mezzi pubblici affollati? Alcolici vietati dopo le 18 e nessun obbligo di smart almeno per gli uffici pubblici? Palestre chiuse, ma migliaia di asili aperti con 25 bambini con una educatrice?». È l'aspro commento di un cittadino che mette in luce le contraddizioni delle nuove misure contenute nel Dpcm.
A sottolineare il delicato tema dei trasporti per cui la capienza massima è rimasta fissata all'80 per cento anche il presidente Anci, Antonio Decaro: «Noi sindaci ci siamo trovati in una situazione simile a quella del coprifuoco: abbiamo chiesto di ridurre la capacità di carico dei mezzi, aumentando l'offerta, e di scaglionare gli orari di ingresso delle scuole superiori ma ci hanno detto che non si poteva fare. Chiedevamo di decongestionare - racconta- perché se è vero che il Comitato tecnico scientifico dice che possiamo avere una capacità di carico fino all'80 per cento questo significa avere quasi 5 persone ogni metro quadro - ha aggiunto Decaro - È chiaro che anche psicologicamente, se ai cittadini diciamo non più di sei persone a casa, distanziamento di un metro, le feste non si possono fare e poi si ritrovano tutti schiacciati nell'autobus, anche se c'è l'obbligo della mascherina, qualcuno si chiede sta succedendo qualcosa».
È partita ieri, su iniziativa del gruppo milanese di Fratelli d'Italia la petizione per chiedere la revoca di Area B e Area C, i provvedimenti anti-traffico varati dal sindaco Beppe Sala che di fatto costringono pendolari e cittadini a viaggiare sui mezzi pubblici, nonostante l'alto tasso di rischio da contagio. «Avevo raccolto le firme a febbraio, quando chiedevo al Sindaco Sala di sospendere Area C e Area B per consentire ai cittadini milanesi di utilizzare la propria automobile per muoversi evitando di usare i mezzi pubblici, molto più rischiosi per la diffusione del contagio da Covid-19 - attacca Andrea Mascaretti - Ora ha inaccettabilmente riattivato dapprima Area C e il pagamento dei parcheggi e poi Area B costringendo la fascia di popolazione economicamente più debole a correre maggiori rischi, proprio quando i contagi sono aumentati». A unirsi alla richiesta di «Stop immediato all'Area B e all'Area C» è l' Aci: «Le parole del direttore generale dell'Ats di Milano - spiega il presidente Geronimo La Russa - sono inequivocabili: a Milano e nella Città metropolitana la situazione è critica e i contagi sono in forte aumento.
Partiamo dunque da ciò che di concreto può essere fatto subito: sospendiamo l'attivazione dell'Area B e dell'Area C in attesa del potenziamento del trasporto pubblico e dello smart working. Sarebbe un primo segnale per cercare quantomeno di alleggerire la pressione sui mezzi».
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