Caro direttore,
se una cittadina di Milano chiama il 113 significa che è in difficoltà e si aspetta aiuto. Se il 113, forse considerando di scarsa rilevanza la chiamata o non di sua pertinenza, la dirotta sul 112 che, dopo ripetuti tentativi continua a squillare a vuoto, una signora di oltre settant'anni potrebbe anche sentirsi completamente abbandonata dalle autorità deputate a difenderla dal crimine e ad assisterla nella ricerca di giustizia.
Accade, infatti, che domenica 4 ottobre, verso le 19.45, sono stata aggredita davanti al portone della mia abitazione, zona Parco Sempione, mentre rientravo con il mio cagnolino. Due persone con il casco da motociclista, ma a volto scoperto, si sono avvicinate a me e una di esse mi ha afferrato alle spalle, coprendomi la bocca con una mano e infine gettandomi a terra.
Una volta immobilizzatami, il delinquente mi ha strappato violentemente la collana che portavo al collo, sotto la giacca (per fortuna non avevo con me la borsetta e tanto meno il portafogli), provocandomi un forte dolore e conseguente lesione che poteva finire ben peggio se l'oggetto non si fosse staccato abbastanza velocemente. Data l'età, la violenza inattesa subita e l'assoluta mancanza di aiuti intorno a me, mi sono veramente sentita inerme e non protetta.
Rientrata a casa ho chiamato il 113 per denunciare l'accaduto, ma mi è stato detto che dovevo contattare il 112, cosa che ho fatto senza riuscire ad ottenere alcuna risposta, benché abbia cercato di chiamare il numero per più di tre quarti d'ora.
Non voglio colpevolizzare le forze dell'ordine perché sono loro stesse vittime di tagli, di mancati finanziamenti, di organici incompleti e sotto pressione al cospetto di una criminalità sempre più diffusa e impunita, ma mai come oggi, che sono stata colpita di persona e che avrebbe potuto finire ben più tragicamente, ritengo che dovremmo avere più tutori della legge nelle strade, a difesa dei cittadini che pagano le tasse (e quante, ahimé!) e si comportano da persone oneste e civili e meno politici ed amministratori nazionali, regionali e locali che più di tutto servono a dilapidare vergognosamente il denaro pubblico, lasciando dietro di sé, scontento, sfiducia e tanta voglia di cambiare tutto.
Io ho sempre tanto amato Milano, la mia città, ma oggi non la riconosco più.
Ma era proprio questo che volevano le nostre signore «radicalchic» con il loro foularino color arancione... Magari di Armani?
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