Il brand Accademia di Brera valutato in 32 milioni di euro

Per l'inaugurazione dell'anno in programma domani pronto uno studio economico che ne certifica il valore

Giannino della Frattina

Saranno il maestro Tadashi Suzuki, il mitico fondatore e direttore della compagnia teatrale di Toga e ideatore del metodo Suzuki e l'ambasciatore Vincenza Lomonaco oggi rappresentante permanente presso le agenzie delle Nazioni unite a Roma, i protagonisti dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'Accademia di Belle arti di Brera in programma domani. A loro la presidente Livia Pomodoro e il direttore Giovanni Iovane consegneranno il diploma honoris causa e la nomina a socio onorario. Nella sua lectio magistralis Suzuki affronterà il nodo decisivo per la sua poetica del rapporto tra teatro e natura, mentre Lomonaco tratterà l'universo dei diritti legati al cibo e alla sostenibilità.

Ma l'avvio di questo nuovo corso di studi per la seconda accademia nata nella penisola per volontà di Maria Teresa d'Austria nel 1776 con lo scopo di «sottrarre l'insegnamento delle belle arti ad artigiani e artisti privati, per sottoporlo alla pubblica sorveglianza e al pubblico giudizio», sarà anche l'occasione per mettere in relazione i paradigmi di «un'industria creativa» come l'Accademia con il turismo culturale che sta conoscendo una così impetuosa crescita di questi tempi a Milano e inserirli in una valutazione scientifica di quell'economia culturale destinata ad avere una sempre maggiore rilevanza negli anni a venire. Per questo al professor Mario Abis è stato commissionato uno studio per valutare l'impatto economico e sociale di un'Accademia che può vantare quasi 5mila iscritti, dei quali il 33 per cento in arrivo dai Paesi di tutto il mondo. Iraniani, cinesi e mediorientali in testa. E così, detto innanzitutto degli 874 posti di lavoro generati direttamente, si scopre che il valore complessivo dell'impatto economico è di oltre 126,6 milioni di euro per la produzione attivata nel sistema economico locale. Il che significa che per ogni euro speso nel sistema che le ruota attorno, l'Accademia ne genera 2,53 a favore dell'economia del territorio. Un valore aggiunto stimato in oltre 63,3 milioni di euro, con 50 centesimi di nuova ricchezza ogni euro di produzione aggiuntiva generata dal sistema Accademia. Indicatori che consentono di individuare, ed è la prima volta, il valore del suo brand che senza i potenziali sviluppi di aree e di business e il futuro Campus delle arti, si può oggi fissare in un intervallo tra i 29 e i 32 milioni di euro. Una cifra che la presidente Pomodoro e i vertici intendono allegare come bilancio integrato al classico rendiconto annuale.

Un modo per fissare quel valore immateriale che a oggi, come si legge in un documento, «la cultura e il sapere non sono ancora in grado di evidenziare, ma che rappresentano - soprattutto nel nostro Paese - una leva inestimabile». Altro capitolo, altrettanto decisivo, il Campus delle arti all'ex scalo ferroviario Farini la cui rigenerazione si è finalmente sbloccata.

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