Le bugie hanno le gambe corte. Anzi cortissime nell'era di Internet, quando bisogna stare attenti a quel che si dice perché poi all'improvviso spunta un post su Facebook che dopo aver navigato per un po', arriva all'improvviso a ristabilire la verità. Così come è successo ieri al (ri)candidato sindaco Giuseppe Sala che ieri mattina di fronte alle polemiche nelle quali si doveva dibattere il suo avversario, ha pensato bene di fare un po' il gradasso. «Fare i conti in tasca agli altri è sempre un problema ed è anche sgradevole» aveva detto ieri mattina a margine dell'ennesimo impegno istituzionale trasformato in passerella elettorale. E sarebbe stato saggio fermarsi lì. E, invece, trascinato dalla foga ha inseguito la polemica sull'audio rubato nel quale il candidato del centrodestra, lo fino a ieri stimatissimo professor Luca Bernardo, faceva una cosa normalissima per un candidato: invitava gli alleati, in questo caso di centrodestra e forse proprio questo è il suo peccato originario, ad appoggiarlo con tutte le forze, morali e ovviamente anche economiche. «Non voglio commentare la questione soldi in sé - ha stilettato Sala -, ma quello che posso dire è che io dai partiti ricevo la somma di euro zero». Non solo. «Non ho chiesto e non ho ricevuto, diciamo che godo di tanta stima e quindi ho amici e conoscenti che in trasparenza aiutano nella campagna, però l'ho fatto volontariamente, perché credo che l'indipendenza passi anche attraverso quello. Io non chiedo soldi ai partiti». Ecco, verrebbe quindi da chiedersi che strana concezione della democrazia abbia il sindaco Sala che, da buon manager cresciuto (e bene) nelle aziende private dove l'uomo al comando e sempre solo, considera come peste da evitare la rappresentanza popolare che proprio nei partiti si esprime. Secondo Costituzione. Deve aver avuto delle gran brutte esperienze a sinistra per averne maturato un così convinto disprezzo. Una repulsione recente, dato che un post (nella foto a destra) scritto per replicare ad alcune accuse del giornalista del Fatto Quotidiano Marco Lillo, mostra ben altra realtà, come rivela il candidato della Lista Bernardo Manfredi Palmeri. «... ovviamente ho chiesto anche un contributo al principale partito della mia coalizione, ovvero il Partito democratico. Il Pd nazionale mi ha in parte finanziato direttamente e in parte ha veicolato alcuni suoi finanziatori». Era la scorsa campagna elettorale, potrebbe giustificarsi Sala. Una difesa del tutto inefficace, visto che pare scontato che l'attuale campagna elettorale il sindaco la farà dal comodo palcoscenico di Palazzo Marino. Così come fece Gabriele Albertini che per la sua rielezione non sborsò nemmeno un euro. Ma di certo dal post risulta chiaramente che in passato i soldi dal Pd Sala li ha presi. E dunque lui prima di tutti, come pretenderebbe di accusare Bernardo, non è stato «indipendente»? Per il capolista di Forza Italia Fabrizio De Pasquale «è inaccettabile l'ipocrisia di Sala che fa il moralista, ma ha ricevuto 745mila euro e non sono certo micro-donazioni, né beneficenza». E anche sul fatto che i contributi dei privati garantiscano una maggiore indipendenza, ci sarebbe molto da dire.
«Mi sarei meravigliato - la replica di Bernardo dalla manifestazione Rialzati Milano organizzata ieri da Alessandro De Chirico e Giulio Gallera - che dopo Expo e cinque anni da sindaco Sala non chiedesse anche a quelli che sono i suoi amici: io di andare a chiedere ai miei amici ho un po' vergogna e timore, preferisco fare le cose trasparenti e chiedere ai partiti. Poi se, all'americana, i cittadini mi daranno una mano, ben venga».
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