Per l'Inail il monopattino non è un mezzo di trasporto. Così una donna di 50 anni, caduta dal mezzo mentre era al lavoro, non avrebbe diritto al compenso assicurativo.
È successo a Milano, a un'infermiera 50enne assunta come operatrice socio-sanitaria da una fondazione che si occupa di assistere anziani e malati a domicilio. Per spostarsi nel traffico milanese, la donna aveva deciso di usare il monopattino, perché è il mezzo più leggero da trasportare a bordo dei pullman o dei tram, necessari per raggiungere le abitazioni situate fuori dal centro. Ogni giorno l'infermiera deve far visita a un certo numero di pazienti, rispettando una tabella oraria.
Il giorno dell'incidente si trovava da un paziente in zona Città studi, ma doveva raggiungere quello successivo a Porta Romana. Durante il tragitto, la donna cade dal monopattino e si frattura il malleolo. In ospedale, i medici la dimettono con una prognosi di 35 giorni e le prescrivono la riabilitazione. A quel punto, l'infermiera si rivolge all'Inail, per inoltrare la domanda per il riconoscimento dell'infortunio sul lavoro. L'ente, però, stabilisce che la donna non ha diritto ad alcun compenso, perché l'incidente non sarebbe avvenuto per "rischio lavorativo, bensì per il verificarsi di rischio generico". Inoltre, il mezzo "non è consentito dal codice della strada".
Ora il patronato Inca Cgil si prepara a far causa all'Inail, mentre lancia un appello: "Chi ne ha la competenza intervenga con una piccola modifica del codice della strada e aggiunga il
monopattino all'elenco dei mezzi di trasporto, visto che è sempre più utilizzato". Anche perché il Comune di Milano intende mettere il mezzo a noleggio, come avviene per le biciclette, da usare per gli spostamenti in città.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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