Caro Beppe quante bugie Ora spiegaci la gaffe della casa a Sankt Moritz

C aro Beppe, ci risiamo. C'eravamo lasciati pochi giorni fa con l'ultima grana (i rifugiati nel campo base Expo), e ora rieccoci. Ci tocca parlare di una casa in montagna, dopo essere passati per quella al mare, per una gaffe sulla riunione da candidato sindaco «improvvisata» (da giorni) nella sede dell'Esposizione, per i bilanci poco chiari di Expo, per un'inchiesta penale (archiviata) sull'appalto affidato a Eataly, e - infine - proprio per un campo profughi nell'area di Rho-Pero di cui lei dice di non sapere nulla, nonostante un documento della prefettura la chiami in causa. Omissioni. Piccole o grandi bugie. A metterle in fila iniziano a essere parecchie, non crede? E allora questa nostra lettera è un invito alla trasparenza. Una cordiale spinta al dialogo, uno spazio comune tra le nostre inchieste e le sue verità. Perché vede, non è sufficiente dire - come ha fatto ieri - che «basta guardare la mia dichiarazione dei redditi che è pubblica: la casa c'è», e chiudere il capitolo. Dovrebbe dire per quale motivo nel suo impegno giurato non ha elencato anche la proprietà di Pontresina: banale dimenticanza (difficile, suvvia), piccolo eccesso di riservatezza, lungimirante «understatement» per non irritare quel popolo di sinistra di cui solo diversi mesi più tardi sarebbe divenuto il candidato? E perché ha preferito non affrontare anche gli altri casi sollevati dal Giornale e liquidarli come «illazioni», mentre dal suo partito s'alzava il raglio contro l'odiosa «macchina del fango»? Ci permettiamo perciò di darle qualche consiglio (non richiesto): avrebbe potuto autocertificare la proprietà di Sainkt Moritz, perché non è una colpa né un reato possedere una casa in montagna. Avrebbe potuto parlare lei per primo dei lavori nella villa di Zoagli, perché così avrebbe chiuso sul nascere le polemiche. Avrebbe potuto rivendicare la soluzione del campo base Expo per i profughi, perché non sono pochi quelli che la considerano sensata. Avrebbe potuto dire fin da subito che sì, i conti dell'Esposizione sono in rosso ma grazie a Expo l'Italia è riapparsa sui radar dell'opinione pubblica mondiale. E invece si è avvitato tra frasi di circostanza, spiegazioni tardive e qualche opacità di troppo.

Così, con questa nostra, le diamo una nuova occasione di trasparenza. Coglierla sulle colonne di questo quotidiano, che di sicuro non è tenero con lei, sarebbe un gesto di forza politica. Così come preferire una verità scomoda a una facile bugia.RC

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