Al Centro Balneare Romano Nari Ward illumina d’oro l’oscurità con “Gilded Darkness”

La Fondazione Nicola Trussardi stupisce ancora con una installazione di arte ambientale dell’artista statunitense

Al Centro Balneare Romano Nari Ward illumina d’oro l’oscurità con “Gilded Darkness”

Milano apre le porte di una insolita sede, il Centro Balneare Romano, e la piscina diventa un museo. Siamo a due passi dal Politecnico, in Città Studi, vicino al Giardino giapponese dei ciliegi di Piola e al Teatro No’hma di Teresa Pomodoro, con ingresso sul retro, in Via Ampère 20. Una esperienza di arte immersiva che è possibile fare fino a domenica 16 ottobre 2022.

Il progetto artistico è della Fondazione Nicola Trussardi, che invita l’artista americano Nari Ward a dialogare con la struttura, per mettere in scena i suoi lavori. Opere che raccontano il sociale, l’attualità e il ruolo dell’arte nella storia, occupando spazi interni ed esterni, per realizzare una mostra studiata apposta per la città, con opere già esistenti ma anche con installazioni create sul posto.

Nasce così “Gilded Darkness (L’oscurità dorata)”, in collaborazione con Milanosport e curata dal Direttore Artistico Massimiliano Gioni. La Presidente della Fondazione, Beatrice Trussardi, dice che hanno deciso di tornare nella città di Milano e con questa mostra per aprire un dialogo tra l’arte e i problemi del contemporaneo. Così spiega una nota della Fondazione Trussardi: “Affiancheranno Amazing Grace, opere che mettono al centro molti temi che animano la ricerca dell’artista, il dialogo tra culture, l’arte come spazio di incontro e scambio, il formarsi dell’identità al confine tra linguaggi e tradizioni diverse e, in particolare, una riflessione sulla funzione dei monumenti in un momento segnato dalla continua revisione della storia e dai numerosi crolli e le ripetute crisi che hanno definito questi ultimi anni”.

La Fondazione Nicola Trussardi è un’istituzione no profit privata, nasce a Milano nel 1996 con l’intento di produrre e diffondere l’arte contemporanea, con mostre temporanee, installazioni, performance. Nel 2003 inizia il suo percorso per far dialogare l’arte con la città di Milano, occupando spazi urbani dimenticati che, grazie agli interventi dei più importanti artisti internazionali di oggi, ritornano a vivere e a raccontare la loro storia.

Questo l’intento che ha portato la Fondazione a scegliere la piscina Romano, struttura progettata dall’architetto Luigi Sacchi, inaugurata nel 1929 e dedicata alla memoria del giovane ginnasta Guido Romano, olimpionico con medaglia d’oro alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912, morto durante la Prima guerra mondiale. Il luogo, nato durante il fascismo, parla di vittoria, di nazionalismo, di imperialismo, temi che percorrono anche l’attualità, dove Ward si inserisce naturalmente con le sue opere per permetterci di riflettere sulla condizione dell’uomo nella storia contemporanea e sul ruolo dei monumenti.

Nari Ward ha impiegato mesi per preparare l’installazione “Gilded Darkness” e ci ha consegnato una interessantissima mostra, da percorrere, da vivere nel continuo cambiamento del tempo attuale, da immergersi, da contribuire ad esserci con l’anima e il corpo, nella riflessione sui temi della politica, del sociale e dell’umanità.

Il percorso ha inizio nei vecchi spogliatoi della piscina con l’opera “Amazing Grace”, realizzata dall’artista nel 1993 durante la residenza allo Studio Museum di Harlem. Ward ha raccolto oltre 300 passeggini abbandonati e ha creato con questi un’installazione disponendoli a forma di scafo di una nave. L’opera comprende anche un sonoro, l’inno cristiano del poeta inglese John Newton “Amazing Grace” per l’appunto, intonato dalla voce della cantante gospel Nahalia Jackson, afroamericana. La presenza dei passeggini, ormai vuoti, simboleggia le vite dei bambini che non li occupano più e la forma della nave l’attraversamento dell’Atlantico per l’America, di uomini e donne in catene, schiavi. Nell’attuale collocazione l’opera assume nuovi significati, è memoria delle tracce del luogo, racconta delle migrazioni e dei passeggini abbandonati dalle mamme ucraine in fuga dalla guerra.

La mostra continua negli spazi della vecchia biglietteria con l’installazione del 2013 “Stroller Sprouts”, un monumento molto fragile, sembra un altare di strada: sono alberi di bottiglie di vetro vuote che, secondo un’antica tradizione degli Stati Uniti del Sud e dei Caraibi, possono intrappolare gli spiriti maligni. Nel video del 2011 “Sweater”, Nari Ward si ritrae, con la fronte grondante di sudore, quasi a simboleggiare la fatica fisica e concettuale del suo lavoro, le gocce possono essere anche le lacrime versate dalla comunità di colore. Pone una riflessione sul ruolo dell’artista e sul significato dell’arte oggi.

Le nuove opere, commissionate dalla Fondazione Trussardi sono situate al centro della mostra. Nel giardino che sta tra gli spogliatoi e la piscina Ward ha pensato di collocare l’opera “Radiant Smiles”, un carretto dei venditori ambulanti che, invece di vendere gelati, invita i visitatori a sorridere dentro scatolette di latta. Queste possono essere acquistate pescando nel mucchio, al costo di 5 euro ciascuna, che andrà in beneficienza. Il gesto di inscatolare si ispira alla già nota “Merda d’artista”, una produzione degli anni Sessanta dell’artista milanese Piero Manzoni.

Ma l’opera più affascinante, che coinvolge scenograficamente la piscina è “Emergence Pool”, intervento site-specific sulla vasca, un rettangolo di 4000 metri quadrati, che sta come un territorio, un quartiere, una zona, dalle molteplici culture. Al posto dello specchio dell’acqua luccica l’oro di duemila coperte termiche abbandonate dopo la maratona di New York, recuperate e riutilizzate da Ward. Galleggiano e creano un movimento che simboleggia il mare con tutti i morti e anche le zattere, a ricordare i naufraghi nel Mediterraneo, il momento del salvataggio quando vengono immediatamente accolti con queste coperte. Raccontano del dolore di questa gente ma anche della speranza di un futuro migliore.

Sul fondo della piscina, proprio di fronte, è visibile una gru con numerose bandierine bianche, l’opera “Backstroke Flag”, sempre del 2022, per descrivere la resa, la sconfitta. E per finire gli altoparlanti di “Battleground Beacon”, del 2021, una torretta utilizzata dalla polizia per sorvegliare i quartieri, trasformata da Ward in strumento musicale. Emana suoni, musiche e conversazioni di varie culture, realizzate con associazioni che si occupano di accoglienza, musicisti e gruppi, il racconto di una città che accoglie e diventa sempre più ricca.

Nari Ward nasce in Giamaica nel 1963. La famiglia si trasferisce a New York, ad Harlem, città dove intraprende gli studi artistici e attualmente vive e lavora. Nel quartiere pone lo sguardo sugli innumerevoli oggetti abbandonati, li recupera, li assembla e li trasforma in installazioni di grandi dimensioni, dà loro nuova vita. Affianca interventi teatrali, sonori, crea un’arte immersiva, coinvolgente, che tratta di temi dell’attualità, ponendo una attenta riflessione sull’identità e contribuendo con la sua arte al nuovo linguaggio della scultura contemporanea.

Negli anni Novanta avvia un prestigioso percorso espositivo internazionale e partecipa alla Biennale di Venezia, alla Biennale del Whitney e a Documenta. Le sue opere sono entrate a far parte dei musei e delle più prestigiose istituzioni americane.

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