Si allarga il cerchio delle presunte responsabilità per l'incendio di via Cogne, in zona Quarto Oggiaro. Agli iniziali due indagati ieri se ne sono aggiunti cinque nuovi. Si tratta di dipendenti del Comune e della controllata MM, la società che gestisce le case popolari di proprietà di Palazzo Marino.
Intanto le indagini si concentrano su un elemento chiave, cui gli inquilini avevano fatto riferimento fin dal giorno dell'incendio, lo scorso 14 febbraio. Tra le altre verifiche tecniche, prendono sempre maggiore corpo quelle sul corretto funzionamento dell'impianto antincendio. Gli inquirenti, vigili del fuoco e carabinieri coordinati dal pm Ilaria Perinu, sono chiusi nel riserbo. Ma non negano che gli «accertamenti a 360 gradi» riguardano anche il sistema che deve scattare in caso di emergenza. Gli impianti, quello interno e quello in cortile usato per allacciare le attrezzature dei pompieri, hanno funzionato regolarmente? Erano collegati alle rete idrica? Il divampare delle fiamme poteva essere evitato o comunque le operazioni di spegnimento sono state ostacolate da un malfunzionamento dovuto alla mancata manutenzione?
Nell'incendio scoppiato nel palazzo di 13 piani è rimasto ucciso, soffocato dal fumo, Haitam, un ragazzino di 13 anni. Si trovava da solo in casa e ha provato a rifugiarsi nella vasca da bagno. È morto in ospedale dopo i disperati tentativi di salvarlo. Altri 13 inquilini sono rimasti intossicati in modo non grave e settanta sono stati evacuati. Le fiamme hanno devastato tre piani dell'immobile. La Procura ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo e incendio colposo. Il rogo è di sicuro di origine accidentale. Da una prima ricostruzione, sarebbe scoppiato a causa del malfunzionamento di una caldaia già difettosa, montata sul balcone di un appartamento al decimo piano. Da qui si è propagato verso l'alto. Sono stati subito indagati i due affittuari del bilocale, un uomo ecuadoregno di 64 anni e la moglie connazionale di 50 anni.
I 65 appartamenti del palazzo comunale, relativamente nuovo, sono termoautonomi. La manutenzione ordinaria delle caldaie quindi spetta da contratto agli inquilini. La manutenzione generale dello stabile invece, compresi gli impianti e il sistema antincendio, oltre alla conformità alle norme di sicurezza sono responsabilità di Metropolitana milanese. Anche per questo il pm ha deciso di inviare i nuovi avvisi di garanzia. Che sono, si precisa in ambiente giudiziario, «un atto dovuto». Permettono cioè ai tecnici di Comune e società controllata di prendere parte, attraverso i propri legali e i propri consulenti, agli accertamenti irripetibili. Prima di tutto all'autopsia sul corpo della giovane vittima, disposta ieri e prevista per i prossimi giorni.
Ieri la seduta del Consiglio comunale si è aperta con il ricordo di Haitam, che verrà seppellito in Marocco per volere della famiglia.
«È doveroso far sentire il nostro affetto alla famiglia, agli amici e a tutto il quartiere che ha partecipato al dolore per la morte di un giovanissimo impegnato nel faticoso compito di crescere», ha detto il presidente del Consiglio Lamberto Bertolè, chiedendo un minuto di silenzio all'aula.
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