Coltellate al bar: cuoco in manette

L'aggressore, pregiudicato, ha usato i suoi «arnesi» di lavoro

Coltellate al bar:  cuoco in manette

M.T. sono le iniziali dietro le quali si cela l'identità del cuoco italiano di 56 anni arrestato sabato sera dai carabinieri a Bresso con l'accusa di tentato omicidio dopo che ha accoltellato alla schiena un rivale dopo una lite. L'uomo ferito è un pregiudicato di 27 anni residente a Cusano Milanino ed è pregiudicato, proprio come il suo aggressore, per spaccio di stupefacenti.

Tutto è iniziato poco prima delle 23 in via Veneto all'interno del bar «Crema e cioccolato». In base alla ricostruzione dei carabinieri di Sesto San Giovanni, dei militari del Nucleo operativo di Paderno Dugnano e dei colleghi della stazione di Brtesso, la lite tra i due sarebbe scoppiata per ragioni banali. Il cuoco però non l'ha presa bene, tanto che dopo il diverbio, durante il quale si era scatenato rifilando calci e pugni all'avversario, si era allontanato dal locale facendo pensare che tutto fosse concluso lì. E invece no. In realtà il 56enne se n'era andato, ma solo per raggiungere la sua abitazione e prendere la valigetta che contiene i suoi grossi coltelli da lavoro, con lame lunghe anche venti centimetri. Una volta raggiunta di nuovo in via Veneto è stato proprio impugnando uno di questi coltelli che l'uomo si è scagliato contro il pregiudicato più giovane.

Al loro arrivo sul posto i carabinieri si sono messi alla ricerca dell'aggressore, mentre la vittima veniva portata via in ambulanza e ricoverata all'ospedale Niguarda in terapia intensiva: il cuoco infatti lo aveva accoltellato alla schiena colpendolo al fegato e ai reni. Portato in rianimazione però le condizioni del 27enne non sembrano impensierire i medici che, pur riservandosi la prognosi, si sono già sbilanciati affermando che l'uomo non corre pericolo di vita.

Il cuoco, che dopo l'aggressione era fuggito, è stato fermato invece circa tre ore più tardi, intorno alle 2, mentre faceva ritorno a casa, un

appartamento a Bresso. Portato in carcere a San Vittore, al momento dell'arresto il 56enne aveva ancora con sé i suoi coltelli e quello utilizzato poco prima contro l'altro pregiudicato era ancora sporco del sangue della vittima.

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