«Ripensare» le piste ciclabili. Alleggerire il carico fiscale che - specie con la crisi generata dall’emergenza Covid - risulta «insostenibile e in molti casi profondamente iniquo» ,visto che le attività sono rimaste a lungo chiuse o limitate. «Meno censura sulle auto no green». Confcommercio Milano ha lanciato una piattaforma on line per raccogliere le proposte del mondo delle imprese da rivolgere ai candidati alle Comunali 2021 ma già le prime proposte avanzate da associazioni di categoria come Epam e Assomobilità si traducono nella richiesta di un cambio di marcia al sindaco Beppe Sala che è già sceso in campo per il bis. Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli lancia la raccolta di proposte e idee per i candidati (sul sito www.confcommercio.it) sottolineando il momento drammatico per le imprese milanesi: «Si è chiuso un anno di emergenza con una perdita di ricavi di quasi 40 miliardi e con drammatiche cadute a doppia cifra per tutte le attività che connotano quella Milano a tripla A, aperta attrattiva accogliente, che il Covid ha messo nell'angolo. Due esempi: dal 45% medio per la ristorazione al 65% medio per la ricettività e il turismo». Ora, afferma Sangalli, «serve un sforzo propositivo concreto per far ripartire Milano, che poi significa far ripartire il Paese. Abbiamo dato vita a una piattaforma web dove alimentare la discussione e ospitare le proposte del nostro mondo l terziario, il futuro complesso di un Milano post Covid si costruisce anche così. Raccoglierà idee e proposte per i candidati alle elezioni». Il sito è organizzato in 5 macro aree: sicurezza e salute, lavoro, imprese e fisco, attrattività, smart city, sostenibilità e mobilità.
I primi input delle associazioni di categoria, come si diceva, indicano un dietrofront rispetto alle politiche della giunta Sala. «Ripensare le piste ciclabili tenendo in considerazione l'impatto che possono avere sul tessuto commerciale e coinvolgendo sempre e preventivamente le associazioni di categoria al momento dello studio e dello sviluppo di nuovi percorsi» è scritto sul sito. E il presidente di Assomobilità Simonpaolo Buongiardino puntualizza che «disastri come quelli creati in corso Venezia, corso Buenos Aires e viale Monza non devono più accadere, non condanniamo le piste in quanto tali ma non vanno bene in ogni quartiere e non devono soffocare il resto della mobilità, lì hanno creato un caos indescrivibile nelle ore di punta e danneggiano il commercio». E viene chiesto uno stop alla guerra ideologica contro le auto innescata dalla giunta Pisapia e proseguita con Sala. Il Comune, viene ricordato sul sito, «non prevede che mezzi no green possano essere protagonisti di sponsorizzazioni di aiuole e aree verdi, come da ordinanza comunale del 31 maggio scorso. La nostra proposta è di eliminare questa censura in quanto il prodotto automotive, seppur endotermico, non può essere equiparato alle altre categorie per le quali esiste già tale limitazione (fumo, alcol, pornografia ecc.). Parliamo di un settore che rappresenta più del 6% del Pil italiano e che solo su Milano vanta una media del 5.5% delle immatricolazioni nazionali ogni anno». Tra le proposte dei commercianti:l limitazione della sosta sulle strisce blu ad un massimo di 2 ore per disincentivare la sosta continuativa su strada («va scoraggiata la sosta lunga su strisce blu, chi si vuole fermare mezza giornata usi le autorimesse») e la creazione di una unica app sulla mobilità sostenibile, che contenga all'interno tutte le aziende che offrono mezzi in sharing.
Sul lato tributi, si chiede l'alleggerimento della leva fiscale (Imu, Tari, Cosap).
Epam chiede più controlli contro la vendita abusiva di alcol d parte di minimarket e venditori ambulanti che comportano per le imprese in regola «concorrenza sleale e danno reputazionale» nelle zone della movida, i residenti imputano a bar e ristoranti assembramenti causati dagli abusivi. Ancora: più controlli e più sicurezza nei mercati e la città che si definisce smart deve avere anche una «burocrazia 4.0», ossia tagliare le complicazioni procedurali con cui devono fare i conti le imprese».
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