Un concerto da ridere tra Mozart e Buscaglione

In scena lo show dei «Rimbamband», cinque strumentisti che mescolano la musica a gag surreali, mimo e tip tap

Un concerto da ridere tra Mozart e Buscaglione

«É difficile definire cosa sia la Rimbamband. Siamo una formazione che usa il linguaggio della musica a supporto di un contenuto comico: siamo la musica che si dilata fino al punto che ti fa guardare, oltre che ascoltare». Di sicuro c'è che il capobanda Raffaello Tullio e i suoi compagni di musica e gag (Renato Ciardo alla batteria, Vittorio Bruno al contrabbasso, Nicolò Pantaleo ai fiati e Francesco Pagliarulo al pianoforte) non si prendono sul serio: il loro nome gioca con l'autoironia e con l'onomatopea, sembra cioè una rullata da circo. Eppure, proprio quando non ti prendi sul serio e al contempo sei bravo, è allora che «spacchi», come si dice. In fondo – per generi musicali e comici diversi – è questa la medesima forza di una signora band come Elio e le Storie Tese e di una formazione quasi solo vocale come gli Oblivion: avere i numeri per fare le cose serie, e invece alzare le spalle e buttarla sullo scherzo.

In tv, la Rimbamband si è fatta notare in programmi come il «Maurizio Costanzo Show», «Barbareschi Sciock» (come cosiddetta «band residente» da talk show stile Letterman) e «Zelig Off», ma è il palcoscenico teatrale la cornice prediletta della formazione pugliese che approda al Teatro Manzoni stasera e domani (ore 20.45, ingresso 25-18 euro, info 02.76.36.901), protagonista di uno show praticamente senza titolo. «Rimbamband Show» - testo e regia di Raffaello Tullo, costumi con la collaborazione di Lucrezia Tritone e Tina Manicone - è un grande contenitore dove parodia, gag surreali, citazioni, mimo, clown, tip tap, teatro di figura, rumorismo e naturalmente musica – quasi sempre i guru dello swing nazionale, da Buscaglione a Carosone ad Arigliano, con incursioni classiche di Mozart e Rossini – si sposano al servizio della risata. La parola «varietà» sarà anche fuori moda, eppure guarda un po' anche il grande Arturo Brachetti, passato recentemente dal Teatro Nazionale, l'ha rispolverata con amore e talento.

La Rimbamband è composta, secondo formula ufficiale, «da un sassofonista rubato alla banda di paese, un contrabbassista stralunato, un pianista virtuoso, un batterista rompiscatole e un capobanda». Tutti figli di una terra calda e fertile (anche nelle idee) come la Puglia, «Sulle nostre origini assolate avevamo scherzato nel titolo dello spettacolo precedente, “Il Sol ci ha dato alla testa“ – spiega Raffaello Tullo – Dove Sol è sia l'astro che scalda la nostra terra sia la nota centrale della scala musicale. Questo show è, in fondo, un sequel di quello. I nostri spettacoli nascono di notte e parlano di sole: io butto giù le prime idee quando non riesco a dormire e ripenso agli stimoli della giornata, poi si ricrea.

Il nostro è uno sguardo innamorato all'epoca di Buscaglione, quella dello swing e ai grandi comici come Jerry Lewis e Charlie Chaplin: ci muoviamo in una scenografia in bianco e nero, vestiti da gangster anni '40 e '50».

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