Il Conservatorio entra al Politecnico: "Così nascerà la musica del futuro"

Intesa fra enti: didattica a distanza e ricerca. Campus del Verdi a Rogoredo

Il Conservatorio entra al Politecnico: "Così nascerà la musica del futuro"

Ore 12,53, nell'aula magna dell'ateneo di piazza Leonardo Da Vinci, una stretta di mano immortalata dai flash per porre la prima pietra di un nuovo polo, una sorta di Ircam alla milanese. Ovvero, un «nostro» istituto acustico-musicale in qualche modo similare a quello di Parigi appunto, simbolo mondiale della modernità musicale. Atto di un'alleanza fra il Politecnico e il Conservatorio («il primo con Natta Nobel per la Chimica» e il secondo con «Quasimodo Nobel per la Letteratura»), all'insegna anche e soprattutto dello sviluppo educativo. Risultato; nuove specializzazioni e perfino inedite figure professionali. E la ricerca, di conseguenza.

A darsi la mano ieri mattina il rettore dell'ateneo Ferruccio Resta e il presidente del «Verdi» Raffaello Vignali, due mondi per alcuni versi già affini che ora si incontrano in maniera massiccia e ancora più costruttiva, sotto un titolo - dato all'evento - che in estrema sintesi dice tutto: «Ingegneri, architetti e musicisti insieme per la formazione», durata del patto cinque anni per cominciare. Assaggio dei progetti. Verranno sperimentate nuove modalità didattiche (in particolare die-learning); attivati master; introdotti assegni di ricerca e borse di studio; sarà possibile svolgere periodi di stage, lavorare a tesi e progetti di laurea o diploma accademico frequentando le due istituzioni. La realizzazione di laboratori congiunti permetterà inoltre agli studenti di produrre indagini volte all'innovazione tecnologica nei propri ambiti di competenza. La convenzione è legata pure a uno studio preliminare per un nuovo campus del Conservatorio nel quartiere Rogoredo, sede in cui si terranno lezioni del Dipartimento di «Nuove tecnologie»: musica elettronica, jazz e popular music.

«Nasce con questo accordo - dichiarano Vignali e il direttore del Conservatorio Cristina Frosini - una rete che mette insieme due eccellenze dell'alta formazione di Milano. Essere in rete non significa perdere la propria identità, ma anzi significa potenziare le proprie specificità innervandole di quella forza che viene soltanto dalla circolazione delle idee e delle competenze, dal confronto intellettuale, dalla sperimentazione sul campo». E ancora. «Con questo accordo - ribadisce Resta - il Politecnico conferma la ferma volontà di fare rete con le istituzioni di eccellenza sia a scala territoriale sia a scala globale. Proprio nella contaminazione delle discipline, nell'idea di fare ricerca congiunta e nella condivisione materiale e immateriale delle proprie risorse, si colloca la cifra qualitativa dell'innovazione e della sperimentazione, al fine di risultare sempre all'avanguardia e competitivi in un confronto internazionale nel mondo della ricerca e della formazione». Di più.

«Una sintonia di valori - sottolinea Emilio Faroldi, protettore delegato del Politecnico - quella propria delle discipline ingegneristiche, architettoniche e musicali, che nasce dal rappresentare ambiti composti da una duplice anima, tecnico-scientifica e teorico-umanistica».

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