"Coprifuoco insufficiente", Pregliasco pensa a ulteriori restrizioni

Il virologo ha ammesso in radio il piano studiato dal Cts, ovvero quello di sacrificare "solo tutta la filiera della ristorazione", per salvare scuola e lavoro

"Coprifuoco insufficiente", Pregliasco pensa a ulteriori restrizioni

Coprifuoco dalle 23 fino alle 5 del mattino, negozi chiusi (ad eccezione di quelli che commerciano alimentari o beni di prima necessità) il sabato e la domenica, ma tutte le misure di precauzione richieste dai comuni capoluogo di provincia della Lombardia non sembrano proprio essere sufficienti per Fabrizio Pregliasco.

Ai microfoni di Radio Popolare, infatti, il membro del Cts regionale si è espresso chiaramente parlando di un provvedimento"non del tutto sufficiente per Milano", città che viene definita come "un malato più grave" a causa di alcune sue caratteristiche, quali "densità di popolazione, interscambi lavorativi e contatti legati alla tipologia abitativa". Gli effetti di questa richiesta estrema, che comporterà delle ulteriori conseguenze di carattere economico in particolar modo per i piccoli commercianti, ovviamente, non si possono valutare, ma il virologo spiega che c'è già un piano nel caso in cui tutto ciò non risulti sufficiente:"Siamo pronti velocemente a immaginare ulteriori provvedimenti", ha spiegato durante l'intervista Pregliasco, come riferito da "Il Corriere".

È stato proprio il Cts di cui lo stesso virologo fa parte a promuovere l'ipotesi del coprifuoco, ed a lanciare l'allarme al governatore lombardo: coprifuoco che"è necessario perché la situazione è esplosiva. Ne abbiamo parlato nel Comitato tecnico scientifico della Regione Lombardia venerdì scorso e avevamo già fatto presente al presidente Attilio Fontana questa esigenza, in considerazione della situazione che nella regione è esplosiva".

Il metodo di tracciamento dei contagi sta implodendo, a causa dell'impennata dei numeri di questi ultimi giorni, racconta Pregliasco, e "non si riesce più a gestirlo per la diffusione naturale del virus che fa il suo sporco mestiere e cerca di replicarsi in tutte le occasioni dei contatti".

Numerosissimi i tamponi rispetto alle fasi più gravi della pandemia, la maggioranza dei positivi al test del tampone faringeo è asintomatica ed anche i numeri delle terapie intensive non si possono di certo paragonare a quelli della scorsa primavera, ma Pregliasco ammonisce: "Noi per una riduzione della percezione del rischio, per situazioni che non hanno immediatezza di gravità, si abbassa la guardia perché è vero, questo virus determina nella stragrandissima maggioranza dei casi malattie banali o infezioni di fatto inapparenti, questa è la sua forza".

Il virologo rivela, inoltre, di aver inoltrato richiesta al Cts nazionale per l'attuazione di una quarantena meno rigida: "Ce l’hanno i calciatori e non ce l’abbiamo noi sanitari, per poter permettere una continuità di lavoro". Il rischio resta ovviamente, da parte del personale ospedaliero, quello di non poter riuscire a garantire i servizi essenziali ai cittadini.

"Il concetto di coprifuoco è stato adottato in Lombardia e anche simbolicamente è importante perché dà una sterzata", spiega Pregliasco, il quale rivela di aver addirittura ipotizzato un provvedimento ancora più drastico, con la chiusura dei locali ben prima delle ore 21: "Noi avevamo chiesto la chiusura o comunque la riduzione sostanziale di momenti come le cene", dichiara il virologo, allo scopo di "evitare tutti i contatti non necessari mantenendo fisse la

scuola e le attività lavorative, danneggiando solo tutta la filiera della ristorazione". Sacrificare un intero settore per limitare i danni dunque, questa la strategia esplicitamente seguita dal Cts.

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