Il coronavirus ha imposto l'attivazione di una task force territoriale di proporzioni mastodontiche. Dopo l'esplosione dell'epidemia, in poco più di un mese, l'intera rete sanitaria milanese è stata rinforzata per fornire una risposta adeguata alla crescente ondata dei contagi. Ospedali e hub assistenziali sono stati riorganizzati in modo da garantire una copertura totale dell'ingente richiesta di terapie intesive per gli ammalati Covid. Una macchina da guerra poderosa approntata per far fronte ad un'emergenza senza precedenti storici degni di nota: è una corsa contro il tempo che non concede margini di errore.
Nuovo reparto di terapia intensiva al Sacco
Un nuovo reparto di terapia intensiva "all'avanguardia con tecnologie innovative e nuovi criteri di edilizia sanitaria" per l'Ospedale Sacco, tra i nosocomi in prima linea per l'emergenza Coronavirus. Il nuovo reparto sarà pronto in 60 giorni; i lavori sono già iniziati e mirano alla ristrutturazione del vecchio padiglione con un piano da 3 milioni di euro. Il progetto, a cura di Ceetrus Italy insieme a ImmobiliarEuropea e Sal Service, prevede un intervento di ristrutturazione di oltre 1.000 mq del reparto di rianimazione al piano terra del padiglione n.51con la realizzazione di 10 posti letto terapia intensiva, progettati per la cura di pazienti con patologie infettive ad elevata diffusibilità e pericolosità e/o immunodepressi. Sei stanze di degenza isolate da zone filtro garantiranno il massimo livello di bio-contenimento grazie ad un particolareggiato sistema di ricambi d'aria per mantenere l'ambiente costantemente a pressione negativa (o positiva a seconda delle necessità sanitarie), proteggendo sia i pazienti sia gli operatori sanitari. Gli altri quattro posti letto saranno invece dotati di flussi laminari e disposti in un open space secondo le più moderne concezioni architettoniche. All'interno dell'area intensiva sarà realizzata una emergency room, opportunamente schermata, dove sarà possibile effettuare manovre invasive, piccoli interventi e procedure diagnostiche senza la necessità di trasferire un paziente infetto fuori dalla rianimazione evitando così di contaminare altre aree dell'ospedale. Accanto all'area protetta di degenza saranno ristrutturati e ampliati tutti i locali di supporto (spogliatoi, bagni, docce) che dovranno consentire il passaggio di oltre 80 operatori fra medici, infermieri e professionisti in formazione. "Sarà una struttura di eccellenza - fa saper Ceetrus in una nota - costruita secondo gli standard più elevati a livello internazionale in grado di fare fronte alle necessità più gravose attuali e future".
Pronti 8 moduli dell'ospedale in Fiera
"Le operazioni per il completamento dell'opera dell'ospedale in Fiera Milano ormai sono giunte al termine, dopo di che si passerà alla fase operativa". Lo ha detto l'assessore lombardo al Bilancio, Davide Caparini, nella diretta Facebook sull'aggiornamento quotidiano dell'emergenza coronavirus. Procedono a ritmo sostenuto, dunque, i lavori nei due ex padiglioni della Fiera di Milano, 25mila metri quadrati all'interno del quartiere Portello, che ospitaranno circa 400 posti letto di terapia intensiva. Il progetto, affidato alla società pubblica Infrastrutture lombarde e controllato dalla Regione Lombardia, è stato supportato dalla Fondazione Fiera mentre per l'acquisto delle attrezzature sanitarie sono state utilizzate le donazioni della famiglia Berlusconi e Caprotti. In pochissimi giorni, sono stati già realizzati 8 moduli, con annessa sala servizi, che saranno operativi presumibilmente già ad inizio aprile. Quanto alla red line, ovvero il percorso dei medici, confulirà direttamente negli spogliatoi di modo da entrare e uscire dalla struttura senza esporre al rischio di contaminazione i dispositivi di protezione individuale. Il Policlinico di Milano gestirà la struttura e il personale sanitario. A tal proposito, saranno impiegati nel presidio fieristico circa mille operatori sanitari tra medici e infermieri.
In Lombardia 500 sanitari da 4 paesi
Arrivano da quattro paesi, Cina, Russia, Stati Uniti e Cuba, per un totale di oltre 500 sanitari tra medici e infermieri, le equipe straniere che coadiuveranno la sanità lombarda nella lotta contro l'epidemia di coronavirus. La presenza più numerosa è quella cinese che dispiegherà ben 300 tra medici, infermieri e tecnici. Un gruppo di 13 medici, approdati a Milano dalle province dell'Hubei e Fuijan, è stato già destinato agli ospedali Sacco, San Luca e San Raffaele. Nelle prossime settimane, è previsto l'arrivo di una nuova task force con una distribuzione ben mirata: Cremona (25 infermieri e 12 medici), Crema (25 infermieri e 12 medici), Seriate (25 infermieri e 17 medici), Bergamo Papa Giovanni XIII (25 infermieri e 12 medici), Brescia Spedali Civili (25 infermieri e 15 medici), San Matteo Pavia (25 infermieri e 12 medici), Lecco (25 infermieri e 12 medici) Asst 7 Laghi di Varese (25 infermieri e 12 medici) Treviglio (25 infermieri e 12 medici). Intanto, a Crema, è pienamente attiva l'equipe cubana arrivata domenica scorsa per aiutare gli ospedali lombardi nella gestione dell'epidemia di coronavirus. La brigata di 37 medici più 12 infermieri si occupa della gestione dell'ospedale da campo allestito all'esterno del pronto soccorso del nosocomio cremasco; alcuni sono operativi a pieno regime nei reparti dell'ospedale Maggiore di Lodi.
A Cremona agisce il team medico della Ong americana Samaritan Purse, giunto la scorsa settimana com la dotazione completa di un ospedale da campo. La struttura è in grado di ospitare 60 posti letto, di cui 8 dedicati alla terapia intensiva, con 60 operatori tra medici di primo e secondo livello e personale sanitario.
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