Medici e infermieri militari. È pronto il reparto a Baggio

La sanità con le stellette è da sempre un'eccellenza Ieri arrivati i primi professionisti nel Lodigiano

Medici e infermieri militari. È pronto il reparto a Baggio

Lunedì l'appello dell'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera: gli ospedali lombardi hanno bisogno dei medici militari. Il giorno dopo il ministro della Difesa Lorenzo Guerini assicura la disponibilità per la regione più colpita di un totale di 20 medici e 20 infermieri. Ieri mattina l'arrivo a Lodi, nel cuore della «zona rossa» dalle cui strutture sanitarie è partito un grido d'allarme, dei primi tre medici: un cardiologo e pneumologo e due anestesisti. E dei primi quattro infermieri specializzati. Sono tutti dell'esercito e provenienti dal Com-Centro ospedaliero militare di Baggio.

Le forze armate, nell'emergenza Coronavirus, ci sono. In prima linea, che in questo caso vuol dire in corsia. I dottori e gli infermieri con le stellette lavoreranno in rinforzo del personale sanitario lodigiano, tra quelli in maggiore sofferenza. Indosseranno il camice sopra la mimetica e faranno respirare gli operatori che lavorano senza sosta da quasi due settimane. Ieri hanno ricevuto le indicazioni dalla dirigenza dell'ospedale, da questa mattina saranno inseriti nei turni. La Difesa ha inviato dottori con specializzazioni utili in questo momento, con competenze in medicina d'urgenza e terapia intensiva. Lo stesso vale per gli infermieri, che hanno già alle spalle un'esperienza negli ospedali «civili». Da tempo infatti, da ben prima dell'emergenza, gli infermieri militari vengono inviati a fare formazione nei pronto soccorso milanesi. Così hanno acquisiscono capacità diverse e che si aggiungono a quelle che vengono richieste nei teatri di guerra all'estero o nelle emergenze per calamità naturali in patria.

La collaborazione con le forze armate ha viaggiato sull'asse diretto Gallera-Guerini. Nelle prossime ore saranno inseriti nella sanità lombarda altri sette medici e dieci infermieri militari. Alcuni arriveranno probabilmente dal Celio di Roma, il bacino più grande di professionisti in divisa. Andranno a coprire le necessità che man mano si presenteranno nelle zone che ne avranno più bisogno. La collaborazione con la Difesa è alla base inoltre dell'operatività del Com di Baggio, dove è stato allestito un reparto malattie infettive per il biocontenimento dei pazienti positivi, ma asintomatici. Quelli cioè che sono guariti o in via di guarigione e sono stati dimessi ma devono ancora terminare l'isolamento. Un supporto fondamentale per sgravare gli ospedali milanesi stressati dall'ondata di malati. Le stanze sono 12, più due per eventuali militari contagiati. I posti potranno variare, a seconda del tipo di patologia del ricoverato, da 12 a circa 50 (il totale dei letti messi a disposizione dalla Difesa in Italia è di 6.600). Il reparto è operativo da martedì sera e aspetta il trasferimento dei primi pazienti.

«Il Com - spiega il direttore, generale Corrado Durante - ha compiuto un grande sforzo non soltanto strutturale per cambiare la destinazione d'uso di una palazzina che era adibita ad alloggi, ma ha puntato a una trasformazione verso il biocontenimento del personale ricoverato. Questo ha comportato un addestramento, una formazione specifica e professionale diretta verso il personale che qui tornerà, dal capo reparto ai turnisti medici, infermieri e agli operatori socio sanitari». Materiale isolante quindi, tute e maschere, rigide procedure anti contagio.

«Abbiamo applicato - aggiunge il colonnello Piero Salvatori, infettivologo del Policlinico militare del Celio - quelle che sono le normative internazionali e nazionali sul biocontenimento creando due aree separate tra l'area contaminata e l'area definita pulita. In questo modo gli operatori sanitari entrano con tutti i dispositivi di protezione individuale in modo da preservare la sicurezza degli operatori e l'ambiente circostante dell'ospedale».

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