I modelli matematici sulla nuova avanzata di Covid a Milano, purtroppo, non hanno sbagliato.
Solo dieci giorni fa alcuni dati anticipati dal Corriere della Sera indicavano oltre mille nuovi positivi al giorno nel capoluogo lombardo per fine febbraio. Numeri importanti che in sostanza rappresentano l’inizio di quella che potrebbe essere definita terza ondata. La crescita dei casi è arrivata puntuale. Ieri sono stati registrati 457 casi in città e 1.145 in provincia. Il giorno precedente le persone colpite dal Covid erano 1.072. Un netto balzo che non lascia tranquilli. Ma c’è un altro dato che spaventa. Negli ultimi 5 giorni sono stati 4mila i nuovi contagi: quasi il 40% in più rispetto a due settimane fa. La situazione, però, appare difficile in tutta la Lombardia. Nella Regione, infatti, nelle ultime 24 ore sono stati individuati ben 4.557 positivi.
Il picco
Se il presente non è incoraggiante, il futuro lo è ancora di meno. Perché i numeri, già decisamente alti, sono destinati a salire ancor di più: la curva di crescita dovrebbe durare almeno 25-30 giorni. Ieri il tasso di casi positivi su circa 47mila tamponi elaborati è arrivato quasi al 10%: una percentuale doppia rispetto a un paio di settimane. Secondo alcuni esperti consultati dal Corriere, i cui dati sono stati incrociati con l’ultimo report fornito dal centro di ricerca statunitense Institute for health metrics and evaluation, il picco dovrebbe essere raggiunto intorno al 20 marzo. Lo stesso quotidiano ricorda che la “campana” epidemica ha un andamento non modificabile. In altre parole il contagio è ripartito ed intervenire ora, magari attuando restrizioni ancor più severe, servirà solo a limitare i danni.
I ricoveri
Il timore è che la crescita dei casi possa causare problemi al sistema sanitario. Già nei giorni scorsi la pressione sugli ospedali mostrava i primi segnali di sofferenza. Ieri, ad esempio, nei reparti Covid lombardi il saldo tra nuovi ingressi e dimissioni è arrivato a 4.034 ricoverati (più 10 rispetto a giovedì) mentre il numero di persone assistite in terapia intensiva è di 416 (più 9 rispetto alle 24 ore precedenti). L'aumento non appare impetuoso ma a creare ansie è il trend in costante crescita.
In alcuni report interni che allargano lo scenario sugli andamenti, emerge che dal 10 febbraio (considerando sempre intervalli di tre giorni), il saldo dell’occupazione dei posti letto nei reparti Covid è sempre stato in aumento. Discorso simile per le terapie intensive. Dal 16 febbraio l’occupazione dei posti è iniziata a risalire con andamento fisso. Da allora la crescita non s’è mai arrestata.
I decessi
In Lombardia ieri 48 persone hanno perso la vita a causa del Covid. Quello dei decessi sarà l’ultimo dato a crescere. Così come sarà l'ultimo che diminuirà. I modelli matematici, infatti, stimano che il numero di morti aumenterà fino a un picco spostato in avanti di circa 7-10 giorni rispetto alla curva dei contagi.
L’Institute for health metrics and evaluation ha previsto che in Italia, da qui all’inizio di giugno, il numero di decessi potrà oscillare tra i 28 e i 33mila. Di questi almeno 4-5mila potrebbero verificarsi in Lombardia. Numeri drammatici che non possono lasciare tranquilli.
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