Dai Musei Vaticani arriva l'altra Vergine di Raffaello

Dai Musei Vaticani arriva l'altra Vergine di Raffaello

La stagione dei capolavori itineranti segna domani una nuova tappa. Dopo la lunga serie di opere provenienti in gran parte dal Louvre - come Amore e Psiche di Canova, la Donna allo specchio di Tiziano o l'Adorazione di Georges de La Tour - stavolta tocca ai Musei Vaticani (e per la prima volta) il compito di lasciarci ammirare l'opera di un grande maestro. Da oggi fino al 2 dicembre la Sala Alessi di Palazzo Marino ospiterà infatti uno dei capolavori di arte sacra di Raffaello Sanzio, la Madonna di Foligno. L'esposizione straordinaria, resa possibile grazie a Eni e al suo partenariato con i Musei Vaticani, è corredata da un catalogo a cura di Valeria Merlini e Daniela Storti che raccoglie una serie di interventi di esperti con approfondimenti sul genio pittorico del Rinascimento.
Anche stavolta, dunque, i milanesi potranno accodarsi a Palazzo Marino per una mostra dedicata ad una sola opera, un trend internazionale dal successo garantito. Nella fattispecie il dipinto venne realizzato dal maestro su un pannello di legno (successivamente trasferito su una tela di 301 cm x 198) tra il 1511 e il 1513, e rappresenta la Vergine Maria con Gesù Bambino in gloria tra san Giovanni Battista, san Francesco d'Assisi e san Girolamo. Al centro, la figura della Vergine è incorniciata da un disco arancione sostenuto da una nuvola di angeli, mentre sulla destra in basso, fra i vari santi, si nasconde la figura di Sigismondo de' Conti, segretario di Papa Giulio II. Sigismondo fu colui che commissionò l'opera a Raffaello, leggenda vuole come ringraziamento dopo che la sua casa rimase illesa dopo essere stata colpita da un fulmine.
Malgrado dell'artista marchigiano Milano conservi testimonianze celeberrime, come Lo Sposalizio della Vergine custodito a Brera, non guasterà accostarsi ad un'opera che, sotto il profilo stilistico, rappresenta un momento di svolta per la conoscenza del maestro. In questo quadro, infatti emergono a chiare lettere le conquiste di Raffaello sia nell'uso del colore sia negli studi sulla luce.

Ma, secondo la miglior tradizione rinascimentale creativamente sviluppata dalla narrativa contemporanea, anche l'opera in questione racchiuderebbe qualche enigma da scoprire e che potrebbe affascinare il pubblico come avvenne per il San Giovanni Battista di Leonardo. Sullo sfondo del quadro compaiono infatti due misteriose scie luminose: un riferimento al fulmine di Sigismondo oppure alla pioggia di meteoriti cadute in alta Italia nel 1511? Meditare.

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