Dall'Urlo alla Gioconda I capolavori con il Lego

In mostra le opere di Nathan Sawaya realizzate con milioni di mattoncini. «Il gioco diventa genio»

Viviana Persiani

È uno dei giochi preferiti della nostra infanzia. Prima o poi, ognuno di noi ha fatto, simpaticamente, i conti con i mattoncini Lego, chiave per ricostruire un mondo in miniatura, migliore di quello reale. Fin da piccoli, ma in tanti anche da adulti, ci siamo messi alla prova andando alla ricerca di forme reali, ma anche immaginarie, da ricreare con i Lego. Ogni volta era una sfida da vincere grazie all'aiuto di quei mattoncini colorati e di tanta fantasia; ma anche di arte e creatività. Come un demiurgo, dotato della giusta materia e di quella sorprendente genialità, Nathan Sawaya, ex avvocato statunitense, ha creato più di un centinaio di autentiche opere e sculture che saranno ora esposte alla Mostra «The Art of the Brick», presso la Fabbrica del Vapore, fino al 29 gennaio.

Un mappamondo colorato, lo scheletro di un dinosauro, una nota musicale, il Pensatore di Rodin e anche L'urlo di Munch: Sawaya, artista contemporaneo tra i più famosi e premiati, grazie a un milione di mattoncini è riuscito a creare un universo divertente e colorato, capace di sorprendere e meravigliare lo spettatore, in grado di ammaliare e di far riflettere un pubblico eterogeneo, che può assistere ad uno spettacolo originale, mai visto prima d'ora. Dopo aver fatto innamorare persone di tutto il mondo con le sue opere frutto del suo «estro artigiano», riscuotendo anche un grande successo con la sua prima esposizione italiana a Roma, Nathan Sawayan regala anche ai visitatori meneghini le sue reinterpretazioni di capolavori artistici come, ad esempio, la Venere di Milo. Avreste mai pensato di vedere la Gioconda di Da Vinci realizzata come opera di un insieme disposto a regola d'arte di mattoncini Lego? Una volta era il caos, ora è l'ordine artistico di Nathan Sawaya che con la sue creazioni in 2D e in 3D colpisce lo sguardo e anche la sfera emozionale del suo pubblico. E che dire davanti a «La Ragazza con l'orecchino di perla» di Vermeer, trasposta con la sua pienezza di luce con i Lego? E di quel salto nella preistoria, grazie alla riproduzione dello scheletro, lungo 6 metri, di un T-Rex, ricostruito con oltre 80.000 mattoncini? «Il lavoro di Nathan Sawaya colpisce immediatamente, forse più l'adulto che il bambino», spiega il curatore della mostra, Fabio Di Gioia sottolineando la valenza e la fruizione dell'esposizione da parte di un pubblico senza età.

Non basta, in effetti, avere una buona dotazione di mattoncini e attaccarli seguendo uno schema predefinito, così come sono stati abituati i nostri ragazzi: «In The Art of TheBrick prosegue Di Gioia - c'è soprattutto l'elemento del genio, nascosto dal divertissement, che esprime sia l'arte, reinterpretandola, sia la condizione umana. E questo è piuttosto un gioco da adulti».

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