Un delitto senza movente e l'inchiesta riparte da zero

La procura di Lodi ha deciso di azzerare tutti gli accertamenti fatti e ripartire da zero, nella speranza di venire a capo della morte di Giovanni Sali, il carabinieri di quartiere ammazzato con due colpi al petto esattamente un anno fa. C'è infatti il sospetto che qualcuno sia a conoscenza di fatti o circostanze e non li abbia rivelati agli inquirenti. Per questo gli investigatori hanno deciso di ripercorrere l'inchiesta fin dal suo inizio.
Erano infatti le 17.40 del 3 novembre del 2012 quando due colpi di pistola uccidevano Sali, 48 anni, in servizio in via del Tempo nel popolare quartiere della Maddalena. E il procuratore Vincenzo Russo, preoccupato come il suo predecessore Armando Spataro per le inaspettate difficoltà nel trovare i responsabili, ha spiegato: «Il lavoro va avanti, si è deciso di riconsiderare tutto, anche eventuali casi omertà». Perché forse qualcuno vide e non parlò. A sparare, secondo una serie di riscontri, sarebbe stata la sua stessa arma di servizio, due proiettili a segno e un terzo finito in un box. La pistola, forse strappata al militare da un malvivente senza scrupoli o da più di uno, rimase poi legata al cordino di sicurezza. Le successive indagini però non riuscirono a individuare tracce di terze persone. Né i testimoni, accorsi nel giro di pochi istanti, raccontarono di aver visto qualcuno fuggire. Tanto che, tra le ipotesi, gli inquirenti non hanno mai escluso neppure il suicidio: un primo colpo esploso al cuore, gli altri due partiti nello spasimo della morte. Ma tutti descrivono Sali come una persona estremamente solare, con due figlie giovani che amava teneramente e la passione per la caccia. Secondo i familiari non avrebbe avuto motivo per togliersi la vita. Quel giorno appariva poi particolarmente di buon umore e il fatto stesso che le indagini proseguano sminuisce questa tesi.
Di piste gli investigatori dei Ros ne avevano imboccate tante. E poi tante domande alle quali non si sono potute ancora dare risposte ufficiali: il carabiniere aveva, o doveva avere, un giubbotto di protezione conto le armi da fuoco? Perché, invece, non ne indossava quando fu trovato morto. E perché c'è chi dice di averlo visto per ben due volte quel pomeriggio passare nella zona, quando invece prevalentemente lo si notava in altre aree del centro storico? E, ancora, stava davvero scrivendo qualcosa sul brogliaccio di servizio quando ha perso la vita? E perché nessuno ha visto allontanarsi persone sospette dalla zona? La città ha una rete di telecamere e c'erano centinaia di persone a messa nella chiesa a 50 metri dal punto in cui sono stati esplosi gli spari. Ma quando la soluzione sembrava a un passo, erano mancati riscontri tali da far chiudere il caso con risposte significative. Nella tranquilla provincia ieri, in occasione del primo anniversario della morte, nessuna particolare commemorazione, solo qualche mazzo di fiori, quando l'intera città aveva affollato la chiesa per il funerale. Ma tutti ancora si chiedono cosa sia successo.

Lo sforzo investigativo più grande che la città abbia mai visto non ha ancora portato a nessun indagato. E mentre la procura ribadisce che l'impegno non è finito, i familiari non riescono a ipotizzare un movente. Ma non vogliono assolutamente sentir parlare di suicidio.

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