Detenuto dà fuoco alla cella Tragedia sfiorata a S.Vittore

Quaranta carcerati messi in salvo dalla polizia penitenziaria Il sindacato: «Nel 2015 in Lombardia 754 atti di autolesionismo»

Rischiava di diventare un vero e proprio rogo il principio d'incendio doloso sviluppatosi giovedì intorno alle 19 nel reparto penale dei giovani adulti, ragazzi tra i 19 e i 25 anni di età, del carcere di San Vittore. Un detenuto marocchino di 20 anni, infatti, ha appiccato il fuoco in una cella. La polizia penitenziaria è intervenuta mettendo in salvo sia l'autore dell'incendio, conosciuto nella struttura per episodi di autolesionismo che utilizzerebbe come gesti di protesta contro la sua carcerazione, sia il giovane con cui condivide la cella, oltre che altri 40 detenuti le cui celle erano state invase dal fumo. Non c'è stato bisogno dell'intervento dei vigili del fuoco, hanno fatto tutto i poliziotti della penitenziaria, due dei quali (insieme al responsabile del rogo e al suo compagno di cella) sono rimasti lievemente intossicati, ma non al punto da richiedere l'intervento del 118, tant'è che sono stati visitati nel pronto soccorso del carcere.

Nicolino La Bella, vice segretario regionale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) ha commentato la vicenda ieri mattina con un comunicato. «Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti però con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari - ha spiegato La Bella -. Nonostante un fumo denso, immediatamente propagatosi nella sezione, i poliziotti hanno salvato la vita al detenuto che aveva dato fuoco alla cella e all'altro ristretto che con lui divideva la camera detentiva, poi hanno provveduto a mettere in salvo i 40 detenuti dalle altre celle invase dal fumo e dalle fiamme. Poteva essere una tragedia, sventata dal tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari di servizio nel Reparto e dal successivo impiego degli altri poliziotti penitenziari in servizio nel carcere».

La Bella sottolinea come l'incendio sventato nel carcere milanese «è sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell'esecuzione della pena in Italia sono costanti. E la situazione è diventata allarmante per la polizia penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici».

Anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, rivolge «solidarietà e vicinanza al personale della polizia penitenziaria di San Vittore, che ha risolto in maniera professionale ed impeccabile il grave evento critico».

Capece fa sapere che nel 2015, solo in Lombardia, ci sono stati 754 atti di autolesionismo, 81 tentati suicidi, 4 morti per suicidio e 8 per cause naturali. Gravi i numeri riferiti alle colluttazioni, 562, e ferimenti, 118.

A Cremona si è contato il più alto numero di atti di autolesionismo: sono stati infatti 145 i detenuti che si sono lesionati il corpo ingerendo chiodi, pile, lamette, o procurandosi tagli sul corpo stesso. E sempre a Cremona si sono verificati nove tentati suicidi.

RC

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