Dietro l'assalto alle ragazze in Duomo c'era un piano organizzato a tavolino

Quattro giovani i «registi». In città 8 rapine in poche ore per mano di stranieri. Colpito un disabile in carrozzina, botte a un passante

Dietro l'assalto alle ragazze in Duomo c'era un piano organizzato a tavolino

Milano - «Dobbiamo assalire quella là! Andiamo sull'altra laggiù». Finora si è sempre detto che durante le aggressioni a sfondo sessuale verificatesi a Capodanno in piazza Duomo a Milano non ci fosse un'unica regia. Tuttavia l'inchiesta della squadra mobile, analizzando i vari episodi singoli di cui si sono resi protagonisti, seppur in maniera differente, i 18 ragazzi perquisiti martedì all'alba tra Milano e Torino, sta scoperchiando man mano una realtà per molti versi un po' differente. Non uno, bensì quattro giovani uomini (anche italiani di seconda generazione, ma non solo)uno di Milano e tre residenti fuori città - sarebbero infatti stati i quattro «registi» degli episodi più gravi di aggressione e violenza sessuale accaduti quella terribile notte. Oltre ad Abdallah Bouguedra e Abdelrahman Ibrahim - il 21enne italiano di origine marocchina, ma nato a Torino e l'egiziano di 18 anni che abita in Lombardia, arrestati nei giorni scorsi dopo le 18 perquisizioni per evitare il pericolo di fuga - in Procura a Milano, ci sono già nomi, cognomi e indirizzi di almeno altri due responsabili della notte di orrori in piazza Duomo di cui hanno fatto le spese diverse ragazze italiane tra i tra i 19 e i 20 anni eche a breve verranno portati in cella. Tra loro ci sarebbe anche il giovane descritto come «un 45enne» e, considerato il «capo branco» dai testimonie dalle vittime, una sorta di incitatore che potrebbe essere anche semplicemente qualcuno all'anagrafe molto più giovane di quanto non appaia di persona. Oltre a lui c'è un 19enne, italiano già entrato nell'inchiesta, ma finora con un ruolo minore. Erano comunque loro che, secondo le testimoni, a gran voce, indicavano le ragazze contro cui il «branco» doveva lanciarsi.

Oltre ai tre casi distinti con un totale di dieci «persone offese» e già al centro dell'inchiesta, gli inquirenti stanno indagando anche su almeno altri due episodi di abusi messi a segno con lo stesso schema e con un numero di vittime ancora da accertare con precisione. Mentre è stato convalidato il fermo del 18enne lombardo, resta in carcere il 21enne arrestato a Torino, anche se il gip non ha convalidato il fermo a suo carico ritenendo che non vi siano i presupposti. Il giudice ha accolto però la richiesta di misura cautelare presentata dalla Procura piemontese e adesso gli atti passano al tribunale di Milano competente per territorio, per la conferma dell'ordinanza. Sotto la Madonnina proseguono anche le audizioni di ragazze e testimoni, così come stanno aumentando le denunce. Ci sono verifiche sulle dichiarazioni di due ragazze, intervistate su Rai Uno, ma anche su presunti abusi nei confronti di una turista inglese e di un'altra ragazza.

Non si ferma però l'allarme sicurezza in città. Sono sempre marocchini ed entrambi pluripregiudicati, infatti, il 27enne e il 21enne senza fissa dimora arrestati per rapina aggravata in concorso dalla Polmetro e dagli investigatori della settima sezione dell'Upg (Ufficio prevenzione generale) dopo che, nel mezzanino della metropolitana di Porta Genova, avevano rapinato il cellulare a un 25enne italiano disabile che, sulla sedia a rotelle, cercava di entrare in metropolitana sull'apposita piattaforma, quindi non avevano esitato a picchiare la passante corsa in suo aiuto. Un fatto, questo, seguito da 7 rapine e una tentata tra le 14 e le 22.30 di giovedì e, si badi, solo per quel che riguarda gli interventi della polizia.

Di questa sfilza di reati avvenuti in poco più di dieci ore sono responsabili due cileni, un dominicano, un romeno, due algerini e un libico e altre tre magrebini. Tranne il romeno, tutti pregiudicati e tutti irregolari sul territorio.

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