Due zingari sono ai domiciliari: salta lo sgombero del campo

Utilizza l’imperativo la Lega. Entro dieci giorni «via tutti i nomadi da Desio». Ma saranno sgomberati solo quelli che la legge permette di allontanare. Due rom su disposizione della magistratura sono agli arresti domiciliari dentro i loro camper. Con famiglia aggregata. Quelli non li smuove neppure il Padreterno. Il giudice, visto che gli ha concesso la misura alternativa al carcere gli ha fissato «la galera» nell’accampamento di via Molinara, una stradina all’estrema periferia della città, ai confini con il territorio di Seregno. A questo punto le ire del Carroccio sprofondano nel vuoto. I carcerati, per una serie di norme applicate alla lettera hanno la residenza proprio in via Molinara. Se sono nomadi, come fanno ad avere un domicilio?
Boh. Misteri della burocrazia. «Siamo di fronte ad episodi che non stanno né in cielo né in terra – si accende Andrea Villa capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale -. È davvero un paradosso, su questa storia indagheremo a fondo e cercheremo di capire come possano accadere certe cose».
Parecchi abitanti del quartiere attorno a via Molinara, da tempo lamentano furti e vandalismi. «Non possiamo dire con certezza che la responsabilità – prosegue Villa – sia da attribuire ai nomadi, in ogni caso è lecito nutrire qualche sospetto. Per ora non possiamo andare contro le decisioni del magistrato, seppure la consideriamo una scelta molto discutibile». I due nomadi sono condannati per furto e spesso ricevono visite da altri rom. Stando agli esponenti locali del «leader maximo» Umberto Bossi, i razzisti sarebbero proprio gli zingari. Come mai questa sparata? Semplice, a sentire i lumbard. «Abbiamo una convenzione con il campo nomadi di Lissone – aggiunge l’assessore Francesca Manzotti - eppure quelli non li vogliono solo per il fatto che sono di un’altra etnia». Ad ogni modo cinque giorni fa gli uomini della polizia locale ed i carabinieri hanno «sfrattato» cinque camper ed oltre 25 nomadi.
Adesso, entro pochi giorni, tocca all’accampamento che da più di un anno si è sistemato in via Matilde Serao. E interessa poco se i figli di una coppia hanno frequentato la scuola a Desio. «Abbiamo un’ordinanza ben precisa, che va applicata - replica Giampiero Mariani, il sindaco -. I nomadi dopo quarantotto ore devono lasciare la città.

Certo, per i due agli arresti domiciliari non posso fare nulla». «In ogni caso – riprende Andrea Villa – tutte le residenze chieste da nomadi devono passare sulla scrivania del primo cittadino», è il suo perentorio commento.

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