Un bullo, un buono a nulla, un megalomane, uno sbruffone. Eppure Fabrizio Corona a molti (forse troppi?) suscita ancora ammirazione. E anche adesso che è ufficialmente un latitante, un uomo sparito dalla circolazione per non pagare il suo conto con la giustizia e braccato dalle polizie di mezzo mondo, l'attenzione attorno a lui, anziché scemare, lievita. Ieri è bastato che un suo collaboratore, usando le credenziali del ricercato, entrasse sul suo profilo Facebook e «postasse» la citazione dello scrittore Haruki Murakami, per ricevere, in meno di un'ora, circa 2mila apprezzamenti di altri utenti della pagina. Molti dei quali non hanno esitato a inneggiare a Corona, alla sua fuga e alla sua «liberazione».
«Quando la tempesta sarà finita - dice la citazione del post, tratto da un volume dal titolo Kafka sulla spiaggia - probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato».
La polizia milanese ieri si è affrettata a precisare che l'ex titolare dell'agenzia di fotografi «Corona's» non aveva postato personalmente la citazione. Tuttavia questo non argina gli effetti della figura non proprio brillante fatta dagli investigatori meneghini davanti alla procura generale di Torino. Che, senza troppi giri di parole, quando la Cassazione ha reso definitiva la condanna di Fabrizio Corona a 5 anni di reclusione per l'estorsione all'ex giocatore della Juventus David Trezeguet, ha espresso il proprio «sconcerto» per la sua mancata cattura. In particolare il pg Marcello Maddalena ha chiesto spiegazioni alla questura di Milano per capire «per quale motivo non sia stato eseguito l'ordine di carcerazione di un uomo che era sottoposto a sorveglianza e resosi latitante subito dopo la sentenza definitiva».
In realtà erano in molti a Milano a chiedersi cosa avrebbe fatto Corona qualora la Cassazione avesse confermato la sua condanna. La madre, i fratelli e l'ex moglie Nina Moric si auguravano che accettasse il carcere. E ieri pomeriggio anche l'amico storico Lele Mora - durante un'intervista a Barbara D'Urso, in diretta a Domenica Live, su Canale 5 - gli ha consigliato fortemente in un appello di consegnarsi alla polizia e pagare il suo debito. «Perché - ha insistito l'ex manager dello spettacolo, anche lui reduce da un anno e due mesi di detenzione che sembrano averlo molto cambiato - è la cosa più giusta per te e per la tua famiglia».
Tuttavia non sono pochi coloro che sognano un Fabrizio «libero e bello». Magari in qualche posto esotico.
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