Con il Faletti del "Derby" se ne va un altro pezzo di Milano

Con il Faletti del "Derby" se ne va un altro pezzo di Milano

«La perdita di Giorgio Faletti fa male al cuore perché è stato un compagno d'avventura quando fare cabaret era davvero un'avventura!». Le parole del compagno di avventura Teo Teocoli che accanto al poliedrico artista calcò il palcoscenico delle lunghe nottate al mitico Derby, rendono omaggio a un nuovo pezzo di Milano che se ne va. Sì perché, malgrado fosse originario di Asti, Faletti era artisticamente milanese, nato e cresciuto con l'allegra brigata che fondò il cabaret con la «c» maiuscola sotto la Madonnina. La sua lunga carriera era infatti iniziata proprio al Derby al fianco molti cabarettisti divenuti famosi negli anni Ottanta, come Diego Abatantuono, lo stesso Teocoli, Massimo Boldi, Paolo Rossi e Francesco Salvi. E proprio nel segno di quegli anni, Faletti propose in tempi più recenti il programma «Nati a Milano», che segnò il suo ritorno televisivo dopo un lungo periodo, e che celebrò molti degli artisti che resero grande lo spettacolo milanese. Una celebrazione mai troppo sottolineata, visto che proprio gli anni della Milano da bere furono quelli in cui sotto il profilo artistico la città sfornava talenti; e sul palco del locale di Gianni e Angela Bongiovanni (zii materni di Abatantuono) si esibivano artisti sconosciuti che poi sarebbero approdati alle tv commerciali.

Quelle stesse tv che, più tardi, avrebbero decretato il declino del club. Ma per Faletti e gli altri furono anni indimenticabili che hanno forgiato una generazione di comici. Oggi, dopo il lutto per Jannacci, Milano perde un altro pezzo di cuore.

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