Una manifestazione contestata. Per il giorno scelto e per il modo con cui non sono stati considerati i commercianti. La chiusura prevista per oggi di corso Buenos Aires ha scatenato le ire dei commercianti della via: la celebrazione della Madonna dell'Urkupina infatti giunge anche quest'anno senza che i rappresentanti di Ascobaires siano stati avvertiti per tempo dall'Amministrazione comunale. Da anni la comunità boliviana scende in strada i primi giorni di agosto per questa ricorrenza, ma per i commercianti della via la storia è sempre la stessa: nessun avviso e obbligo di chiusura per ore. In questo caso la chiusura prevista è dalle 12 alle 17 di oggi: «Per noi vuol dire sostanzialmente perdere tutta la giornata di lavoro perché il sabato i commercianti lavorano soprattutto il pomeriggio - spiega Gabriel Meghnagi - poi bisogna chiudere un'ora prima e non riusciamo a riaprire subito dopo: già il lavoro è in crisi se poi il Comune tratta così un'associazione di 250 negozianti le prospettive non migliorano». Il problema non è tanto la festa boliviana: «Il Comune anche quest'anno non ci ha avvertito, abbiamo dovuto scoprire dall'albo pretorio che ci sarebbe stata la chiusura, poi però quando hanno bisogno loro di aiuto invece si fanno vivi - prosegue Meghnagi - questo non è il modo giusto di fare: questa giunta sta prendendo la stessa linea di quella passata, un modo di fare che ricorda molto un partito ormai ufficialmente sparito da decenni». E la sensazione di essere presi in giro dipende anche dal contenuto delle scarse risposte di Palazzo Marino: «L'anno scorso hanno detto che la festa non si poteva spostare al 10 perché la festa era l'11 - sottolinea il portavoce di AscoBaires- quest'anno ci hanno detto che non si può spostare l'11 perché il giorno giusto della festa è il 10». Un atteggiamento che ai commercianti pare ambiguo, soprattutto perché punta sempre a non ascoltarli. Inoltre Buenos Aires, secondo l'associazione è troppo sfruttata per le feste di ogni genere: «Per un motivo o per l'altro alla fine viene scelta sempre Buenos Aires per le feste, i gay pride e altre celebrazioni, io posso dirlo perché sono anche nel Distretto urbano del commercio che altre volte è stato giustamente interpellato anche per Buenos Aires - contesta Meghnagi - noi non abbiamo niente contro la festa in sé, però da inizio anno saranno già cinque volte che la via viene chiusa per qualche motivo: non esiste solo Buenos Aires, ma anche altre vie e spazi dove si possono organizzare feste, come i Giardini Montanelli o gli spazi intorno al Castello, eppure si continua a scegliere proprio il corso».
Una scelta su cui però
Palazzo Marino non intende tornare indietro, né nel merito né nel metodo. Lo scontro estivo per la Madonna dell'Urkupina sembra dunque destinato a ripetersi, almeno fino a quando a governare Milano sarà il centrosinistra.
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