Investimenti per circa 50 milioni di euro per sostenere la ripartenza e lo sviluppo della politica industriale del territorio, del business fieristico e dell’internazionalizzazione sono i focus principali della Relazione previsionale e programmatica - Piano Industriale 2021-2023, illustrata dal presidente Enrico Pazzali al Consiglio Generale di Fondazione Fiera Milano che è stata approvata all’unanimità.
Una mission del Piano industriale che si basa su una strategia indirizzata a quattro comparti. Fondazione, azionista di Fiera Milano Spa, è impegnata a sviluppare il business fieristico e congressuale e rilanciando le fiere nei settori forti del Made in Italy (ad esempio Meccanica e Moda) punta a rafforzare il posizionamento della venue del Gruppo e la leadership a livello nazionale e soprattutto internazionale.
Come facilitatore di sviluppo del territorio, guardando in particolare al sostegno dell’ambiente. Come acceleratore di competenze, promuovendo corsi di Accademia Fiera Milano istituendo una nuova offerta formativa rivolta a un pubblico sempre più internazionale, valorizzando così il proprio Centro Studi e l’Archivio Storico anche attraverso attività social e media. Infine conferma il ruolo di sostenitore del terzo settore in collaborazione con le istituzioni locali.
Fondazione Fiera Milano nel precedente piano triennale aveva previsto investimenti per incrementare la competitività dei suoi quartieri espositivi ma, in seguito alla pandemia, ha rivisto le proprie priorità di investimento, prevedendo anche un’ipotesi di diversificazione degli investimenti per l’edificazione di nuovi immobili soprattutto nel quartiere urbano.
L’emergenza Covid-19 ha richiesto di rivedere il Piano investimenti stabilito per il 2020-2022 e il nuovo Piano 2021-2023 prevede investimenti di circa 8 milioni di euro nel 2021, 20 milioni nel 2022 e 21 milioni di Euro per il 2023, destinando più del 50% della somma agli investimenti per Safe&Smart e Sostenibilità&Innovazione del Quartiere fieristico. Strettamente legato al Piano Industriale, nel 2021 sarà avviato un Recovery Plan e di Comunicazione Corporate Istituzionale, con tre macro-obiettivi: avviare una riflessione strategica su Fondazione Fiera Milano per la definizione del suo purpose per i prossimi anni; costruire momenti di lavoro anche con i propri stakeholder per offrire al territorio un contributo concreto su ciò che oggi rappresenta Fondazione Fiera Milano per Milano e la Lombardia; rilanciare il business fieristico e il suo ruolo per l’economia con il focus sulla ripartenza e lo sviluppo internazionale.
Per il triennio 2021–2023 Fondazione Fiera stima un fatturato superiore ai 150 milioni di euro, con oltre 105 milioni di Mol e circa 10 milioni di utile netto. Nel corso del 2021 attualmente è prevista la ripartenza delle attività del gruppo con una graduale ripresa dell’attività operativa. Lo stato patrimoniale prevede per la fine del 2023 un attivo fisso di 831 milioni con un patrimonio netto di 741 milioni. A conclusione del triennio, Fondazione avrà così la capacità di ridurre ancora la Posizione finanziaria netta, in modo da garantire un importante flusso di investimenti anche negli esercizi successivi.
“Parlare di rilancio industriale e del business fieristico nel momento storico che stiamo vivendo è quanto mai appropriato – spiega il presidente Enrico Pazzali - L’intero sistema economico internazionale deve affrontare una fase di totale ripartenza dopo il forzato e prolungato stop causato dalla pandemia che nel corso del 2020 ha sconvolto le nostre esistenze. Fondazione Fiera Milano farà la sua parte, riprendendosi quel ruolo di indirizzo verso Fiera Milano, strumento di politica industriale, che ha contraddistinto il nostro operato per tanti decenni”.
“Da 100 anni infatti la Fiera è un volano importantissimo per l’economia del nostro Paese - sottolinea -: ogni anno nei nostri padiglioni si generano, per le sole aziende espositrici italiane, ricavi per 46,5 miliardi di euro. Il contributo totale al Pil generato dalle vendite fieristiche è pari a 53,7 miliardi, equivalente al 3% del Pil nel 2019".
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