Non c'è pace sul fronte delle restrizioni. Appena il tempo di tirare un sospiro di sollievo, e già si è riaperta la discussione. La nuova battaglia sui vincoli è ricominciata subito, ieri, a poche ore di distanza dalla decisione governativa di venerdì che ha confermatola fascia gialla per la Lombardia, con ciò che significa per i pubblici esercizi.
A tutto un fiorire di ipotesi ha dato fiato, ieri, la convocazione dei governatori da parte del presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. Vista anche la scadenza del provvedimento sugli spostamenti, la premessa era che fosse necessario intervenire, col comune obiettivo di rallentare la corsa del virus senza penalizzare oltremisura l'economia. Alla discussione, la Lombardia è arrivata con una linea precisa già prospettata nei giorni scorsi: la necessità di superare il meccanismo dei colori, che si è dimostrato al contempo farraginoso e penalizzante per i tanti destinatari delle misure che in queste settimane hanno appreso il loro destino da comunicazioni intempestive e improvvise, incompatibili con una pur minima pianificazione delle attività e delle aperture.
E nel chiedere di superare la logica delle fasce a colori, i governatori sono stati più o meno concordi. Sulle soluzioni concrete però, le opinioni sono state varie. Passato in fascia arancio con la sua Regione, Bonaccini (Pd) ha infatti caldeggiato secondo molti l'idea di restrizioni «omogenee» su tutto il territorio nazionale. Contro l'ipotesi dell'«arancione per tutti», però, in mattinata si è schierato il leader della Lega Matteo Salvini. «Basta - ha scritto - con gli annunci gli allarmi e le paure preventive che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, se ci sono zone più a rischio si intervenga in modo rapido e circoscritto, si acceleri sul piano vaccinale ma non si getti nel panico l'intero Paese».
Anche il governatore lombardo Attilio Fontana, ha chiesto al governo di superare il meccanismo dei colori, ma ciò che ha proposto non è riducibile all'«arancione per tutti» con cui molti si sono misurati ieri. Fontana, infatti, ha chiesto di superare i colori, tutti, ma senza «pilatesche» vie di mezzo. Questa l'idea: individuare azioni mirate, non fondate sui confini territoriali ma sulle attività a rischio. Venerdì sera, in un video, Fontana lo aveva anticipato, rivolgendo un appello al premier Draghi. «Abbiamo bisogno - aveva detto - di rivedere questo sistema che ci tiene in apprensione fino a venerdì pomeriggio di ogni settimana: dobbiamo dare modo a famiglie, imprese e attività commerciali di avere la possibilità di organizzarsi».
Con la Lega tornata al governo, il presidente lombardo ha chiesto «un primo e netto cambio di passo», un segnale di discontinuità a Draghi. «Servirebbe - ha detto - ragionare sulle regole necessarie a svolgere le diverse attività» e «non continuare con il metodo geografico dei colori, che è una continua rincorsa del sali e scendi del virus».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.