Il clima si è fatto pesante. «Un clima d'odio» per il governatore Attilio Fontana, costretto da qualche tempo a girare con la scorta. Ma una situazione preoccupante la riscontra anche il presidente dell'Anpi di Milano Roberto Cenati, che condanna senza esitazione l'oltraggio alla statua di Indro Montanelli, definendolo un «gesto odioso compiuto contro un grande giornalista». Ha già dato prova di coraggio intellettuale e di apertura questo presidente (un po' sui generis) dell'Anpi. Lo conferma ogni anno, il 25 aprile, difendendo senza timori il diritto a manifestare della Brigata ebraica che i centri sociali fanno bersaglio di una vera e propria aggressione. È erede, Cenati, della tradizione migliore della sinistra, quella che mai ha avuto ambiguità sulla violenza, e anzi in anni difficili ha posto un argine forte al suo dilagare. «Non è mia intenzione difendere la sua vicenda in Etiopia - ha detto ieri - ma bisogna ricordare che il monumento a Montanelli è stato eretto a pochi passi dal luogo in cui fu gambizzato dalle Brigate rosse nel 1977, ed è dedicato anche al ruolo svolto dalla stampa che le Br volevano colpire a morte. Lo fecero con il ferimento di Montanelli e nel settembre '77 con l'uccisione del vicedirettore della Stampa Carlo Casalegno». E aggiunge: «Siamo di fronte a una furia iconoclasta che vuole colpire importanti figure della storia azzerandone la memoria: Churchill, Ghandi, Cristoforo Colombo. La battaglia contro le discriminazioni e il razzismo - conclude - non si fa abbattendo statue o imbrattando monumenti ma dispiegando una vasta iniziativa di carattere culturale e storico, che agisca sulle coscienze».
Che la battaglia ideologica possa assumere forme intolleranti è ormai una preoccupazione condivisa. E Cenati, presidente della più consistente associazione di partigiani, non è certo il solo a sinistra a condannare l'oltraggio a Montanelli, così come molti hanno bocciato senza mezzi termini la proposta di rimuoverne la statua. E al pari del presidente dell'Anpi, anche l'assessore comunale alla Cultura Filippo Del Corno, pur senza nominare Montanelli esprime una condanna durissima: «L'atto vandalico - dice - è sempre intrinsecamente e culturalmente squadrista. Democratico è chi manifesta il proprio pensiero con coraggio e rispetto, a fronte alta; il vandalo è propriamente, e tecnicamente, uno squadrista».
Non va dimenticato che pochi giorni fa è stata vandalizzata una sede di Fratelli d'Italia a Milano. E un clima di intolleranza forte lo avverte il governatore Attilio Fontana, sotto scorta per le minacce subite: «Questa mattina - ha scritto ieri - come sempre mi sono svegliato molto presto, ho pensato di fare una breve passeggiata, staccare la mente prima di immergersi nel lavoro può far solo bene. Mi stavo preparando quando ho razionalizzato: non posso uscire, sono sotto scorta e non mi sembra bello costringere gli agenti a seguirmi sebbene il loro attaccamento al lavoro non li farebbe batter ciglio».
«Sono sotto scorta - ha detto - a causa dell'odio politico che ha attaccato la Regione Lombardia, quello sciacallaggio che ha cercato di infangare la mia giunta proprio nel momento in cui il fronte della pandemia richiedeva più attenzione». Fontana vede «un clima irrazionale, pericoloso per la nostra democrazia, qualcosa nel Paese rischia di naufragare: la ragione».
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