«Una giornata veramente eccezionale». Mentre la sinistra oltranzista metteva in scena la sua assurda protesta in piazza Duomo, i vertici di Regione Lombardia si trovavano a Roma, Città del Vaticano, dove il Santo Padre li aveva appena ricevuti. Presidente della Regione e assessori hanno guidato infatti una delegazione formata da medici, operatori sanitari e volontari della Protezione civile. Un incontro particolarmente importante, giunto a 4 mesi esatti dalla crisi più dura che il popolo lombardo abbia dovuto affrontare da 70 anni a questa parte.
E Papa Bergoglio, dopo aver ringraziato anche il clero italiano, «che ha dato prova di coraggio e di amore alla gente» ha anche elogiato il lavoro degli operatori sanitari lombardi, definendoli «angeli», «silenziosi artigiani della cultura della prossimità e della tenerezza», segno «di umanità che scalda il cuore» e infine «colonne portanti dell'intero Paese». Parole importanti, in un momento cruciale.
«Io - ha detto in seguito il governatore lombardo Attilio Fontana - credo che il Santo Padre abbia dato a tanti operatori, a tanti medici e a tanti infermieri un riconoscimento, una gioia, una forza e una speranza che solo lui poteva dare. Lo ringraziamo come lombardi - ha aggiunto - perché ci ha ripagato in parte del dolore che abbiamo avuto negli ultimi mesi». «E oggi - ha ricordato il governatore - ho anche avuto l'occasione di invitarlo in Lombardia, perché faccia sentire la sua voce di speranza anche sulle nostre terre».
Fra i partecipanti all'incontro, anche il vicepresidente della Regione Fabrizio Sala: «Abbiamo ripercorso nel nostro cuore - ha detto - i mesi drammatici che speriamo di aver messo alle spalle». Con Fontana e Sala, l'assessore al Welfare Giulio Gallera,quello all'Ambiente Raffaele Cattaneo, il titolare del Bilancio Davide Caparini e l'assessore alla Protezione civile Pietro Foroni. «Il Papa è stato straordinario - ha detto Gallera - ha ringraziato tutti noi per come abbiamo affrontato la più grande emergenza sanitaria che ha sconvolto l'Italia dal dopo guerra ad oggi». «La sofferenza che ho vissuto in questi mesi - ha aggiunto - le cicatrici che si sono fermate dentro di me per tutto il dolore che ho visto e per i troppi fragili spazzati via dal coronavirus, oggi nelle parole e nella vicinanza del Papa hanno trovato un momento di intenso ed emozionante conforto».
Inutile dire che l'incontro con Bergoglio ha assunto un grande significato anche personale per tutti, oltre che istituzionale, dopo un momento psicologicamente molto delicato per i lombardi, rappresentanti delle istituzioni, medici o semplici cittadini. E anche il governatore ha evocato questo valore e questa difficoltà: «Arriviamo - ha detto - al termine di uno dei momenti più difficili della nostra vita: abbiamo perso nonni, genitori, figli, amici, parenti. Non abbiamo potuto seppellirli pregando; non abbiamo potuto tenere la mano dei nostri cari mentre tornavano al Padre. È stata una prova così umanamente dura, così pesante, così inaspettata - e parlo da uomo prima che da Governatore - che più volte mi sono trovato a boccheggiare alla ricerca di un'aria che parlasse di speranza, che mi desse un segnale, non solo a parole, che ce l'avremmo fatta». «Siamo qui a cercare dalle Sue mani il tocco vivificante del figlio che trova consolazione nel Padre». «Siamo qui, Santità, per ripartire - ha concluso Fontana - La Lombardia è una terra operosa che si dovrà preparare ad affrontare una crisi economica profonda, generata dall'emergenza sanitaria. La visita di oggi rappresenta uno spartiacque nella difficile situazione di emergenza sanitaria finora vissuta dalla Lombardia». «Il mio popolo è rimasto attaccato alla speranza. Quel popolo sarebbe, Padre Santo, enormemente grato se potesse ascoltare dalla Sua viva voce parole di preghiera, conforto e di speranza. Mi permetto pertanto di invitarla in Lombardia, affinché possa portare consolazione alle famiglie delle vittime e ai tanti malati che hanno sofferto in questi mesi.
Le immagini dei volti stravolti dei nostri infermieri e medici, dei pazienti intubati in terapia intensiva, dei camion dei militari che trasportavano vite spente, sono impresse nella nostra memoria. La sua visita in Lombardia sarebbe, per tutti, noi, luce contro le tenebre che ci hanno avvolto in questi mesi.
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