«Avranno avuto il loro bel tornaconto». Così Stefano Zamponi dell'Italia dei Valori risponde beffardo ad una semplice domanda riguardante i suoi alleati del Partito democratico: ma come mai il Pd non ha mai fatto interrogazioni sui costi e sui rimborsi del consiglio regionale lombardo? Zamponi evidentemente ci tiene a differenziarsi e non le manda a dire: «loro sono sempre stati nell'ufficio di presidenza del consiglio regionale e avevano la possibilità di visionare direttamente i documenti. Se non lo hanno fatto, come mi sembra logico supporre, è perché non interessava farlo». E infatti non emergono atti o interrogazioni da parte di consiglieri del Pd circa i costi della politica regionale.
A ben guardare, tranne in un paio di casi con Pippo Civati e Carlo Spreafico, di grandi requisitorie o domande da parte dei consiglieri piddini non c'è traccia. Neppure sugli altri due milioni e mezzo extra che il consiglio regionale si è dato per il 2013 per le sue attività. E non è che di soldi ne avessero pochi: nel 2012 il parlamentino del Pirellone era già costato 66 milioni di euro. I consiglieri si sono però concessi un ritocco verso l'alto del 4%. Nessuna opposizione da parte del Pd.
«L'impressione è che il Pd si muovesse solo quando uscivano le notizie sui giornali spiega Giulio Cavalli di Sel ma per il resto rimaneva inerte». Neppure Fabio Pizzul riesce a ricordarsi un'azione di condanna dei costi della politica in Regione Lombardia.
«Qualcosa abbiamo fatto per criticare le spese di comunicazione del Presidente nel bilancio 2012 e 2013 e sulla riduzione delle auto blu ma nulla più». E infatti lo stesso Pizzul nel suo videointervento su blogdem.com di mercoledì scorso parla addirittura di riduzione dei costi del consiglio regionale. E mentre la Procura di Milano ha richiesto tutte le spese di rappresentanza anche ai partiti dell'opposizione, il Pd si prepara a festeggiare il Natale con un pranzo a cui sono invitati tutti i collaboratori del gruppo regionale.
«Ma a differenza degli scorsi anni chiosa Pizzul - ho raccomandato a tutti i colleghi di pagare il conto alla romana e non fatturarlo al consiglio regionale per evitare che qualcuno possa strumentalizzare l'iniziativa». I contribuenti lombardi ringraziano per il pensiero.
La richiesta di una par condicio giudiziaria. E poi una promessa e una sfida. La promessa è che «chi ha sbagliato pagherà». Che «chi ha malversato denaro pubblico non sarà più candidato». E al centrosinistra la sfida a rendere pubblici scontrini e ricevute dei rimborsi spese. Così come pubblici sono diventati quelli sequestrati dalla guardia di finanza, su ordine del procuratore aggiunto Alfredo Robledo.
Nel turbinare delle notizie in fuga da Palazzo di giustizia, ieri il governatore Roberto Formigoni e il capogruppo del Pdl Paolo Valentini hanno chiesto di squarciare «il velo di ipocrisia intollerabile» che per Formigoni aleggia sull'inchiesta rimborsi facili. Perché, al momento, ad essere indagati sono solo i consiglieri regionali di Pdl e Lega. «Sono sorpreso - ha spiegato Formigoni - che dopo tre giorni i gruppi di opposizione tacciano, anziché fare un'operazione di verità e di trasparenza». Poi l'attacco al sindaco Giuliano Pisapia che parla di «un ulteriore colpo alla credibilità dell'attuale giunta e della precedente maggioranza, e dico precedente perché sono convinto che presto cambierà la maggioranza». Immediata la replica. «Lo invito a imparare a memoria queste sue dichiarazioni - ha detto Formigoni - e a impegnarsi a ripeterle se i gruppi a cui il sindaco Pisapia farà riferimento avranno accuse analoghe». Poi Formigoni ha chiesto alla magistratura di accertare anche la legittimità delle spese del centrosinistra «prima delle elezioni». Sostenendo che «nell'anno in corso hanno attinto di più ai fondi regionali di quanto fatto dalla maggioranza». Con il capogruppo del Pd Fabio Pizzul che, sulle spese, si dice «pronto a fornire le nostre».
Seduto al fianco di Formigoni, Valentini fornisce i dati sul costo pro capite di ogni singolo consigliere lombardo nel 2011: Pdl 20.500 euro, Lega 30mila, Udc 34mila, Sel 24mila, Idv 15.900 e Pd 28.500. Sottolineando come il singolo consigliere del Pd costi 8mila euro all'anno in più rispetto al collega del Pdl. «Sul sito del Pd - ha poi spiegato il capogruppo del Pdl - anche se in maniera aggregata e anonima le voci sono esattamente quelle che sono state contestate negli avvisi di garanzia ai consiglieri di Pdl e Lega». E cioè pernottamento, pernottamento con pranzo, francobolli, taxi, rimborsi per materiale informatico. Certo non sono le Red bull, i Mon chéri e le munizioni per andare a caccia. «Noi - la replica di Formigoni - siamo il Pdl e chiediamo di non essere confusi con le cartucce da caccia e i banchetti nuziali». Stilettata al capogruppo della Lega Stefano Galli che si è fatto rimborsare i 6mila euro della festa per la figlia Verdiana. E a chi gli ha chiesto se siano stati fatti i dovuti controlli, assicura che «la grandissima parte sono spese istituzionali, almeno il 95 per cento». Dal che si deduce che i rimborsi «sospetti» non sarebbero più del 5 per cento.
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