Ma i comitati avvertono: rischio giustizia fai-da-te

Malamovida e segnali allarmanti al Lazzaretto "Gente esasperata, il Comune non sottovaluti"

Ma i comitati avvertono: rischio giustizia fai-da-te

Malamovida e un effetto collaterale «preoccupante», il rischio che qualche residente «esasperato da sei anni di notti in bianco» arrivi a farsi giustizia da sè. La portavoce del Comitato Lazzaretto Elena Montafia avverte che chi vive nel quartiere «ha sempre anticipato gli eventi, ha segnalato al Comune negli anni che la situazione movida stava sfuggendo di mano e ora invitiamo a non sottovalutare la novità che purtroppo stiamo percependo nel quartiere. La protesta dei comitati si è sempre manifestata attraverso canali istituzionali, ci siamo dissociati anche dal lancio di uova dai balconi la scorsa estate, ma non è da escludere che la violenza degeneri da parte degli stessi residenti, sentiamo spesso minacce più agguerrite, occhio perchè oltre alle violenze che importiamo se ne sta generando una nostrana e non vorremmo che il quartiere di notte si trasformasse in un ring». Montafia ha partecipato ieri sera all'incontro con l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli nel Municipio 3 sulle emergenze della zona. E la portavoce del comitato riferisce che in tutta l'area, da via Lecco a Panfilo Castaldi, viale Tunisia, piazza Bellintani «è un'anarchia, c'è un'escalation di violenza, scippi, risse tra baby gang. Il sabato o la domenica mattina non è raro trovare fazzoletti impregnati di sangue per strada». Musica a tutto volume, spaccio, risse, «anche i giovani perbene che abitano nella zona spesso si trovano accerchiati dal branco e hanno paura, qualche sera fa la figlia 22enne di un vicino ha parcheggiato l'auto e si è trovata circondata da giovani che prendevano a calci e pugni la macchina, cercavano di aprire la portiera». Per troppo tempo, protesta, «l'amministrazione ha sottovalutato il fenomeno e un'area poco controllata diventa attrattiva per i delinquenti, se vuoi scippare scegli una zona dove vale tutto». E ora «non bastano più i vigili che danno qualche sanzione, serve l'esercito, che giri tra i locali, per dare una sterzata alla malamovida in questo quadrante della città». E «non aiuta il proliferare di locali, ormai si è convertita anche l'ultimo negozio alternativo che resisteva in piazza Bellintani, una lavanderia».

Spostandosi in area Darsena e dintorni, anche lì la portavoce del Comitato Navigli Gabriella Valassina fa presente che «trovare un negozio che non sia un bar o ristorante in viale Vigevano è diventato quasi impossibile, e la concentrazione di locali significa rumore, caos, degrado. E ormai i dehors occupano tutta la strada. Gli insegnanti della scuola elementare la mattina trovano cocci di bottiglia e rifiuti davanti all'ingresso». L'inverno è un periodo di relativa quiete in questa zona ma i residenti sono già preoccupati perchè col primo caldo la movida sta riprendendo quota.

«Tra qualche settimana - avverte Valassina - ci ritroveremo con i problemi denunciati da anni, dall'inquinamento acustico alla vendita abusiva di alcolici, e siamo preoccupati per la frequentazione, l'età sta diminuendo enormemente, giovanissimi che si portano alcol da casa o riescono ad acquistarlo anche se sono minori, si alterano facilmente e danno vita a risse». Segnala il fenomeno dei «locali di qualità che chiudono per cambiare zona», ultimo giorni fa lo storico Pont de Ferr, e «ne aprono altri che attirano una frequentazione più giovane».

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