È andata come previsto: male. Insulti contro Israele e gli Usa, e anche insulti contro il sindaco di Milano Beppe Sala, definito «terrorista» prima da una relatrice, poi da un gruppetto di partecipanti, mentre gli organizzatori del Coordinamento lombardo per la Palestina hanno preso le distanze. Non c'erano i centri islamici: per lo più militanti e autonomi di sinistra. C'erano un centinaio di persone in piazza San Babila, alle 16, alla partenza del corteo convocato «contro i crimini sionisti». La manifestazione era stata criticata da tutto il centrodestra, che aveva ben presente come l'anno scorso, in un'occasione analoga, fosse partito un coro antisemita e jihadista. Lega e Forza Italia hanno sollecitato l'intervento del sindaco. Ma anche dal Pd si è levata forte una voce, quella di Emanuele Fiano, che ha annunciato la sua intenzione di «chiedere lumi» sull'autorizzazione all'evento, chiamando in causa il ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Cosa intende fare?» ha scritto. Fiano ha ricordato di aver denunciato i cori antisemiti. «Di più - ha aggiunto - io ho dovuto sporgere in passato denuncia contro un organizzatore, per minacce».
Molti temevano un esito simile anche stavolta. E alla vigilia dell'evento Sala è intervenuto: «Questa manifestazione è veramente da condannare - ha detto - l'idea che non si riconosca dopo tanto tempo lo Stato di Israele è qualcosa che non appartiene alla cultura di Milano». Parole che a molti manifestanti non sono piaciute. Alcuni, memori dell'increscioso episodio del 2017, ieri indossavano un cartello: «Se mi chiami antisemita ti querelo». «Non siamo contro gli ebrei» ha detto un organizzatore. La piattaforma emersa da slogan, striscioni e documenti letti al microfono era di irriducibile ostilità nei confronti di Israele, declinata nella solita versione «antisionista». «Invito a boicottare - ha detto uno dei promotori - ogni iniziativa, sportiva, culturale, scientifica e ogni prodotto che arrivi da Israele», definito a più riprese «Stato terrorista», oltre che «regime di apartheid». Non sono mancati i cori inneggianti all'intifada. Una militante al microfono ha parlato di «donne palestinesi perseguite, torturate e violentate», nonché di «lager». I militari israeliani sono stati definiti «una brigata ebraica capace di uccidere come i nazisti», dipinti come cecchini che «premono il grilletto». «Questo è lo Stato democratico del Medio oriente - ha detto al microfono una partecipante, riferita a Sala - lo Stato che uccide e tortura». «La democrazia è come quella che abbiamo qua - ha proseguito - quella del decreto Salvini e prima del decreto Minniti». «Se c'è un terrorista qui è Sala» ha concluso. Il consigliere comunale Carlo Monguzzi, passato a dare un'occhiata, ha ascoltato inorridito e contrariato e se n'è andato via. Solidarietà al sindaco anche da Pierfrancesco Majorino, Daniele Nahum e Fiano. Qualcuno dal camion che guidava il corteo poi ha provato a mandare altri messaggi al «nostro amatissimo sindaco», precisando che «quando dice che Milano sta con Israele parla a titolo personale».
Ma lo stesso insulto è stato ripetuto alla fine, in piazza Scala, dove gli organizzatori sono stati più pronti a intervenire prendendo le distanze, mentre un coro animato da quattro-cinque più esagitati proseguiva col coro: «Sala sionista, sei tu il terrorista».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.