"Da interista rosico un po'. Ma bene per hotel e taxi"

Sala (muto sui social) riconosce vittoria e indotto. Nuovo stadio? Sabato assemblea e altri ricorsi contro

"Da interista rosico un po'. Ma bene per hotel e taxi"

Dopo il fischio finale domenica sera ha scritto un messaggio all'allenatore Stefano Pioli e al presidente del club per congratularsi ma Beppe Sala si è «scordato» di utilizzare i social per festeggiare pubblicamente lo scudetto assegnato a una squadra della città. Una piccola caduta di stile. Tant'è, ieri intorno alle 17, a margine della commemorazione delle vittime della strage di Capaci, a domanda gli è toccato parlare di calcio. «Da interista non posso che rosicare un po' - ha ammesso - però da sindaco al contrario non posso che essere contento perchè alla fine anche queste cose creano interesse ed economia per la città, bene per hotel, ristoranti, tassisti. Avremo un altro anno con due squadre in Champions League». E riconosce che la squadra dei «cugini» ha dimostrato di essere «molto ben organizzata, con un ottimo dirigente in cui mi riconosco in tante cose, come valori, e che considero un amico, Pioli è un grande allenatore e un gentiluomo e Scaroni sa il fatto suo. Da interista riconosco che questo scudetto l'hanno meritato». Domenica dalle 20 è esplosa la festa rossonera in città, epicentro piazza Duomo, ma «nella confusione i problemi sono stati limitati» considera. Salvini ha ribadito anche ieri che la festa «poteva essere gestita meglio, non mettendo il maxischermo in piazza per i tifosi milanisti si è persa un'occasione, avere un'occasione di ritrovo tranquilla e festosa per migliaia di persone sarebbe stato qualcosa di bello» ma Sala questa volta non ribatte alla critica nel merito e ribatte che «Salvini non perde occasione per stare zitto, ha sempre da dire su tutto». Sala ha proposto al club un incontro a Palazzo Marino ma «i giocatori prenotano le vacanze dal giorno dopo la fine del Campionato, stiamo vedendo, se si riesce a organizzare molto meglio altrimenti creeremo qualche occasione» più avanti. Il prossimo mese potrebbe invece partire il dibattito pubblico sul nuovo stadio. «Noi le cose che avevamo promesso di fare le abbiamo fatte - puntualizza Sala -, abbiamo individuato il coordinatore del dibattito», Andrea Pillon, lo stesso che aveva gestito anche gli incontri pubblici sul progetto della riapertura dei Navigli, «adesso aspettiamo da Milan e Inter un progetto un minimo aggiornato per poterlo presentare al dibattito».

Il presidente Scaroni, non ancora smaltiti i postumi della vittoria, ieri mattina su Rai Radio 1 ha ribadito invece che non serve «un nuovo grande stadio a Milano, la mia ambizione è che sia pieno», e nel progetto firmato Populous la capienza arriva intorno ai 55mila posti, non gli ottantamila del Meazza. «Il tema è la conquista dei diritti tv internazionali. Lo stadio da 100mila persone è passato di moda, ormai si fanno stadi da 45-50mila. La tv gioca un ruolo fondamentale: voglio evitare di avere partite con 30mila spettatori in un grande stadio semivuoto, crea un effetto negativo. Vedo gli stadi inglesi sempre pieni, dobbiamo imparare dalla Premier. La Serie A ha assolutamente bisogno di audience internazionale». Ma il fronte del no tra qualche giorno si ritroverà per rovinare la festa (e i piani) del Milan.

Il Comitato Sì Meazza, «movimento per la difesa» dello stadio storico, ha organizzato sabato alle 11 un'assemblea per organizzare nuove mobilitazioni e are il punto sul ricorso presentato al Tar «sull'ipotesi di nuove azioni in campo legale».

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