L'affondo dei giudici: "Formigoni? Non è davvero incensurato"

I giudici d'Appello aumentano la pena: ha un altro processo in corso, è come un precedente

L'affondo dei giudici: "Formigoni? Non è davvero incensurato"

Roberto Formigoni merita l'inasprimento di pena comminato in Appello, dai sei anni di carcere del primo grado a sette anni e mezzo, non solo per i «profili di gravità oggettivi e soggettivi» dei fatti che gli vengono contestati. Ma anche perché, nonostante sia «formalmente incensurato», ha in corso un altro processo per una vicenda simile. I giudici di secondo grado, presieduti da Marina Caroselli, considerano quest'ultima circostanza «alla stregua di un precedente specifico. Ancorché, allo stato, sia mera pendenza giudiziaria».

Le motivazioni della sentenza emessa un mese fa dalla Quarta sezione della Corte d'appello sul caso Maugeri spiegano così la pena più alta per l'ex governatore lombardo, accusato di corruzione per aver ricevuto dall'intermediario Pierangelo Daccò «utilità» come cene stellate, l'uso di barche e vacanze pagate e in cambio aver garantito alla Clinica Maugeri e al San Raffaele delibere favorevoli e rimborsi non dovuti. I giudici hanno inoltre confermato per Formigoni l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Era caduta invece l'accusa di associazione per delinquere. Anche la pena per l'ex direttore amministrativo della Maugeri Costantino Passerino era passata da sette anni a sette anni a sette mesi.

L'altra vicenda processuale cui fa riferimento la nuova sentenza è quella legata a Massimo Gianluca Guarischi. L'ex senatore è stato rinviato a giudizio a settembre e il dibattimento si apre a Cremona il prossimo 27 novembre. La Corte la cita nell'accogliere le richieste del sostituto pg Vincenzo Calia e del procuratore aggiunto Laura Pedio. E nel respingere quella dei difensori di concedere all'ex senatore le attenuanti generiche. «L'unico elemento positivo sottolineato dalla difesa», scrivono i giudici, cioè appunto «lo stato di formale incensuratezza», che - aggiungono - «per tutti coloro che hanno il privilegio di esercitare pubbliche funzioni, elettive e non, dovrebbe essere irrinunciabile pre-condizione», in questo caso «soccombe». Perché «non de iure ma de facto» c'è in corso a carico dell'imputato il processo cremonese sul caso Guarischi. Per quella vicenda l'ex consigliere regionale è stato già condannato in via definitiva a cinque anni di carcere sempre per corruzione. Nelle passate sentenze si legge che Guarischi faceva da intermediario tra il Pirellone e un'azienda che vendeva apparecchiature diagnostiche. La Corte ammette che «non sono nominativamente indicati i pubblici ufficiali concorrenti (con Guarischi, ndr)». Tuttavia viene spiegato che l'intermediario «quando si intratteneva con il Presidente in vacanza» diceva agli imprenditori amici che «lavorava per loro». La Corte presieduta da Caroselli definisce le contestazioni all'ex governatore come fatti «significativamente negativi» e sottolinea inoltre le similitudini tra il caso Maugeri e il caso Guarischi: la sanità come settore scelto per le mazzette e i «rapporti amicali» tra il faccendiere e l'ex governatore. Infine la bacchettata. Nell'estate del 2012 Formigoni godeva di «vacanze a spese altrui» con tanto di «noleggio di natanti».

Viaggi preferiti «dall'imputato quale opzione alternativa» al rispondere nello stesso periodo alle convocazioni della Procura per rispondere sul caso Maugeri. Il commento di Formigoni arriva in serata: «Parole parole parole, tante parole della Corte, ma neanche una prova, neanche un fatto». Si tratta di «una sentenza senza fondamento e senza verità».

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